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Monti vuol chiudere sulle “riforme” col benestare Usa

Come tutti- senza distinzione – i suoi predecessori, Monti si dichiara pronto ad accelerare il processo di impoverimento della popolazione italiana dopo aver incassato consensi e riconoscimenti negli Stati Uniti. Ovvero la principale “base militare” della speculzaione internazionale.

Vediamo l’Ansa.

Dopo i tanti riconoscimenti incassati negli Stati Uniti Mario Monti torna a rivolgere lo sguardo all’Italia e alle misure ancora in cantiere, dicendosi «più determinato che mai» a proseguire l’azione sulle riforme. Parole che suonano come un invito, ma anche come un monito a quanti in Parlamento e fuori tentano di ostacolare l’Esecutivo. Anche se il premier dice di non essere per nulla preoccupato dalla montagna di emendamenti piovuti sul pacchetto liberalizzazioni.Evidentemente gli sono arrivate rassicurazioni in merito dall’Italia.

Anche sull’altro fronte caldo, quello della riforma del lavoro, le sue dichiarazioni sono estremamente chiare: «Intendiamo portare a termine, speriamo con il sostegno delle forze sociali, la riforma entro marzo» per rendere più «flessibile» il mercato del lavoro, afferma Monti in una intervista alla Cnbc. Concetto già espresso in forma più diretta dal ministro competente, Elsa Fornero: il lavoro sarà riformato con o senza i sindacati.

Dopo l’incontro alla Casa Bianca con Barack Obama, la giornata newyorkese del presidente del Consiglio è dedicata soprattutto ai mercati. L’obiettivo di convincere gli investitori a puntare sull’Italia ed in particolare sui suoi titoli di Stato pare riuscito. «Penso di averli convinti, c’è molto interesse per il nostro Paese», spiega dopo aver incontrato il gotha della finanza Usa. Del resto, i Bot sono particolarmente redditizi visti i tassi di interesse. Che, avverte Monti invitando implicitamente gli investitori a fare in fretta, sono scesi e continueranno a scendere grazie alle misure del governo. Certo, i risultati dell’azione di lobbyng si vedono prima sul fronte politico, che sui mercati. Perchè per investire ci vuole più tempo che a fare una dichiarazione di «sostegno politico», pur fondamentale, come quella del presidente Usa.

Sul fronte europeo, il presidente del Consiglio appare ottimista: non prevede il fallimento della Grecia, nè la sua uscita dall’euro. Quanto all’ipotesi che l’Italia esca dalla moneta unica, la ritiene pura «fiction» visto la distanza che, in questi mesi, si è creata fra la situazione di Roma e quella di Atene . Anche perchè, nonostante le previsioni non rosee, i conti pubblici saranno in pareggio nel 2013 come promesso.

Quanto al versante italiano, oscilla fra la persuasione e il monito. In un’intervista al canale finanziario Cnbc sostiene che gli investitori possono stare tranquilli anche sul dopo ‘governo tecnicò perchè i partiti non torneranno indietro dalle riforme. Non solo perchè il costo politico lo ha pagato l’attuale esecutivo, ma anche perchè gli italiani, stanchi delle risse, si sono già abituati a governi che si preoccupano di risolvere i problemi non a insultarsi.

Certo, i tanti riconscimenti ottenuti vanno anche al Parlamento che sostiene il governo e che continuerà «responsabilmente» a farlo, ma è anche vero che il premier sottolinea come i mercati, così come gli italiani stessi, vogliono che il governo prosegua sulla strada delle riforme e della serietà. Solo così l’Italia uscirà definitamente dalla crisi.

C’è spazio anche per le questioni internazionali. Dopo gli incontri alle Nazioni Unite (dove ha visto Ban Ki-Moon e Al Nasser), Monti conferma la linea delle sanzioni all’Iran, anche se percentualmente più pesanti per l’Italia, nella speranza di evitare un intervento militare e si dice «vivissimamente preoccupato» per la situazione in Siria.

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