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E’ morto Giulio Girardi, teologo della liberazione

GIULIO GIRARDI, una vita al servizio della causa dei poveri e degli ultimi
Dopo un lungo e penoso periodo di malattia ci ha lasciti Giulio Girardi. Con Giulio abbiamo condiviso tanta strada. Dai tempi del  Cipec, il centro culturale di Democrazia Proletaria, e del primo convegno sulla Teologia della Liberazione, nel lontano febbraio 1985.  
Il cammino con lui è poi proseguito con il Punto Rosso, con i libri che abbiamo pubblicato, con i convegni e le conferenze nei quali ha  portato il suo sapere, la sua passione, il suo impegno militante.
Ma Giulio per molti di noi è stato l’ispiratore, assieme ad altri, già da prima, dagli anni sessanta e settanta, di una scelta di vita, di  uno spartiacque. Che è possibile pensare e agire la testimonianza cristiana nella carne e nel sangue della storia e della società. Che è possibile conciliare cristianesimo e marxismo, che è possibile non  
venir meno al Vangelo, alla opzione preferenziale per i poveri, anche a costo di essere sconfessati e banditi dalle gerarchie  ecclesiastiche, come puntualmente e dolorosamente è avvenuto per lui nel 1977.
Giulio è stato un maestro per molti di noi.
Amico e fratello della rivoluzione sandinista, della rivoluzione cubana, della rivoluzione bolivariana in Venezuela, dell’indigenismo, soprattutto in America Latina, Giulio non si è mai sottratto o risparmiato nello schierarsi ogni volta che gli accadimenti o le svolte storiche lo interpellavano.
Ci viene meno una grande persona, il fratello, il compagno e per questo ci sentiamo più soli, diminuiti. Grazie Giulio, e che le tue  tanto agognate Pace e Giustizia ti siano vicine nel tuo ultimo tragitto.
Associazione Culturale Punto Rosso

Un autentico cristiano per il socialismo

Luca Kocci
Il titolo di uno dei suoi libri più importanti, Marxismo e cristianesimo, è la migliore sintesi della ricerca, dell’impegno e della vita stessa di Giulio Girardi: il dialogo e la collaborazione fra comunisti e cristiani nella lotta comune per la liberazione degli oppressi e degli emarginati.
Girardi è morto domenica mattina, a 86 anni, dopo anni difficili per un ictus che lo aveva colpito qualche anno fa. Ordinato prete nel 1955, docente di filosofia nelle università pontificie, viene chiamato al Concilio Vaticano II come esperto di marxismo e di ateismo. Una scelta non solo intellettuale, ma di campo: partecipa al dialogo fra cristiani e marxisti, collabora con i movimenti di base, parla del marxismo «non come nemico ma come interlocutore del quale si condividono numerose opzioni». I salesiani, nel 1969 lo espellono dall’università – e insieme a lui cacciano anche un altro professore, don Gerard Lutte, che aveva abbracciato la causa dei baraccati delle periferie di Roma – e Girardi va ad insegnare nelle università cattoliche di Parigi a di Bruxelles. Ma viene presto espulso anche da lì, incassando la solidarietà di François Houtart, Gustavo Gutierrez e Paulo Freire – fra i padri, insieme a Girardi, della teologia della liberazione – che si dimettono per solidarietà.
Nascono in America latina i Cristiani per il socialismo, Girardi vi aderisce con convinzione, contribuendo a portare il movimento in Europa e in Italia. Nel 1977 il Vaticano lo sospende a divinis, ma non blocca il suo impegno ecclesiale nelle comunità di base, accademico – insegna a Sassari fino al 1996 – e sociale: lavora con i sindacati dei metalmeccanici, continua a promuovere il dialogo tra comunisti e cattolici, intensifica i rapporti con i popoli e i Paesi latinoamericani, in particolare il Nicaragua – dove collabora con la rivoluzione sandinista – e Cuba.
«Girardi è stato negli ultimi cinquant’anni il maggiore teologo che in Italia si è confrontato col marxismo e con la modernità, interloquendo contemporaneamente coi movimenti di base» – è il saluto di Noi siamo Chiesa che prosegue: «La sua riflessione deve essere rilanciata perché capace di indicare percorsi a quanti sono impegnati a liberare la fede nel Vangelo dalle vecchie religioni e l’uomo da ogni dominio spirituale, ideologico e materiale». «Marxismo e cristianesimo evangelico, non quello clericale, non nemici ma alleati per la liberazione dell’uomo: questo è stato il senso della sua vita», dice Giovanni Avena, direttore di Adista, agenzia di informazione con cui Girardi ha sempre collaborato. «Un cristiano autentico, un intellettuale impegnato, un compagno di tante battaglie per il socialismo. Ha integrato utopia e progetto, studio e militanza nel tenace impegno per dare una concreta risposta alla domanda del titolo di uno dei suoi libri: Gli esclusi costruiranno la nuova storia?», lo ricorda così Marcello Vigli, delle Comunità di base.
Oggi alle 14, presso la Comunità di base di San Paolo (via Ostiense 152), l’ultimo saluto a Giulio Girardi.
da “il manifesto”

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