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Artigiano senza lavoro. Si impicca


Accade a Scorrano, un piccolo paese di circa 7.000 anime, a 35 chilometri da Lecce, ma accade anche nel Veneto, nel bellunese, e nel cosentino: la crisi, nel Nord come nel Sud del Paese, miete vittime, persone che decidono di suicidarsi perché non riescono ad affrontare il futuro, soffocate dai debiti e dall’incertezza. A Scorrano l’altra mattina si è impiccato un giovane artigiano di 29 anni che tre mesi fa aveva perso il suo primo lavoro in una cava di pietra: non riusciva a trovare una nuova occupazione e quindi ad aiutare sua madre, vedova e senza entrate economiche se non quelle di una pensione di invalidità di poche centinaia di euro, e il fratello più piccolo, anche lui disoccupato. Nel bellunese un imprenditore edile, di 53 anni, in crisi da tempo per i crediti che non riusciva a riscuotere e che vantava nei confronti di pubbliche amministrazione e di privati, si è tolto la vita impiccandosi in una baracca dietro casa, mentre i familiari lo aspettavano a cena. L’uomo si è ucciso dopo un controllo fatto da una pattuglia dei carabinieri, che lo aveva multato, sequestrando anche la sua auto, per averlo sorpreso a guidare senza patente. L’artigiano e l’imprenditore si sono arresi perché stanchi di combattere per poter avere diritto ad una vita dignitosa. Il giovane artigiano salentino aveva perso il padre, che sosteneva la famiglia con lavori saltuari, otto mesi fa, di infarto. Mentre la famiglia vive in un immobile messo a disposizione dal Comune.

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