Dilettanti allo sbaraglio. Ovunque abbia messo le mani, questo governo ha creato pasticci. Anche sulle cose che “tecnicamente” sembravano più semplici. Come il ripristino dell’Ici, ora chiamata Imu (comprende anche le tasse sui servizi urbani).
I Caf – i Centri di assistenza fiscale – hanno lanciato l’allarme, chiedendo di sospendere temporaneamente le nuove norme. In una lettera al ministero dell’Economia, la Consulta nazionale parla di “crescente preoccupazione” e “grande disagio” per l’assenza di indicazioni. Molti Comuni, infatti, non hanno ancora fissato le nuove aliquote per prime e seconde case; anche perché in molti casi si attendono le elezioni amministrative di maggio. E quindi i Caf non potranno concludere, come d’obbligo di legge, le dichiarazioni entro il 30 giugno.
Il governo è dunque costretto a riaprire il dossier. E in tanti – dagli agricoltori ai proprietari di case – sperano di poter inserire qualche altra correzione nell’emendamento al decreto fiscale.
Bisogna vedere se prevarrà la linea del “gettito blindato” e degli interventi a costo zero, come appare probabile. In questo caso, le correzioni resteanno quelle presentate la scorsa settimana.
La posta in gioco è comunque consistente, sul piano delle entrate. La nuova imposta municipale, così come disegnata dal decreto “salva-Italia”, farà affluire nelle casse pubbliche oltre 21 miliardi.
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