Antonio Ginetti, il 61enne di Pistoia arrestato nel blitz di gennaio insieme ad altri 25 attivisti No Tav in Val di Susa, è al settimo giorno di sciopero della fame. L’uomo è agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Pistoia. La decisione è stata presa per protesta, dopo che il gip di Torino ha respinto l’istanza dei legali di Ginetti per un alleggerimento o una revoca dei domiciliari. Il 61enne, in particolare, chiede di potersi recare a lavorare, cosa che gli è attualmente impedita e che gli sta causando gravi problemi economici. Ginetti è accusato di aver preso agli scontri in Val di Susa, e deve rispondere di resistenza, violenza e minacce a pubblico ufficiale in concorso. In una nota diffusa oggi in rete, Antonio Ginetti afferma che “Nessuno può credere che, con le imputazioni (senza parlare poi delle “prove”) che ci hanno mosso, da gennaio ancora si continui a mantenere in stato di detenzione (seppure domiciliari) tutte queste persone. Caselli dovrebbe smetterla di parlare al vento ed entrare nel merito dell’accanimento (perchè solo di questo trattasi) giudiziario che sta, contro ogni, non solo logica, ma anche procedura legale, attuando contro persone che tuttora dovrebbero essere tutelate dalla giurisdizione” continua Ginetti “Ma forse, nel caso dei No Tav questa è stata sospesa. Del resto, come ci dice il Ministro degli Interni il Movimento No Tav è oggi la vera preoccupazione nazionale”.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa