Continua a tremare la terra in Emilia. Ancora 20 scosse nella notte, ancora scosse considerevoli fino a 4.3 Richter a Finale Emilia. Lo sciame sismico non si ferma e gli sfollati sono oltre 5000. Ancora scosse, ancora paura. Ancora danni. Oltre ai capannoni nuovi che si sfaldano sotto il tremolio della terra, c’è una macchina della protezione civile che sembra non essere così efficiente come si direbbe. I sopraluoghi per la messa in sicurezza delle case, e per consentire alle persone di rientrare nelle proprie abitazioni vanno a rilento, e la tensione sale. La contestazione a Mario Monti è un chiaro sintomo della tensione degli emiliani. Da Modena a Ferrara, la consapevolezza che non solo gli aiuti non arriveranno presto e forse proprio non arriveranno ma anche la rabbia di dover affrontare oltre alla già difficile condizione della crisi economica, anche questa emergenza. Per chi ha perso il lavoro, per chi non lo riavrà, per cause naturali o per cause economiche, si prospettano tempi duri. Ancora una volta ci si trova di fronte alla condizione di dover pagare e di non poterlo fare. A questo Mario Monti non risponde, non ne ha alcun dovere poiché il suo mandato non risponde al popolo. La razionalità e il valore da lui rappresentati si traduce oggi in una semplice visita ai terremotati dell’Emilia e poi di nuovo il ritorno ai palazzi del potere.
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