La ricerca non si salva dalla macelleria sociale che il Governo Monti sta praticando nel Pubblico Impiego. Il Decreto Legge 95/2012 entra a gamba tesa sugli Enti Pubblici di Ricerca, sopprime l’INRAN, mette direttamente in mobilità i dipendenti ex INCA, taglia 210 mln € di fondi ordinari e circa 3800 posti liberi delle piante organiche, introduce la valutazione brunettiana anche al personale della ricerca. I danni del provvedimento sono riassumibili in quattro punti: 1) Ulteriore impoverimento degli enti che già hanno bilanci del tutto insufficienti a svolgere la propria missione; 2) I tagli economici, quelli delle piante organiche e il blocco del turn over determinano la fine di qualsiasi speranza di collocamento in ruolo e un serio rischio di licenziamento per i precari.; 3) La soppressione dell’INRAN che mette a rischio circa 300 precari già ora.; 4) Il licenziamento dei lavoratori ex INCA e la deportazione del resto dell’INRAN.
“CGIL CISL e UIL adesso si scandalizzano, si agitano, “protestano” contro i tagli” denunciano alla Usb-Ricerca “ma l’11 maggio hanno firmato l’intesa nella quale condividevano gli obbiettivi della spending review del governo Monti”.
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