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L’intervista del futurista: “aggressione a freddo”

«Sei un traditore, sei un traditore»: questa la frase urlata da Gianluca Iannone, fondatore e presidente del movimento di estrema destra CasaPound, prima di sferrare un pugno che, la scorsa notte, a Viterbo, ha fatto stramazzare al suolo Filippo Rossi, direttore del quotidiano online ‘Il futurista’ – organo di stampa vicino a Futuro e Libertà di Fini – e ideatore e animatore di Caffeina Cultura.

Il giornalista di destra, con l’occhio sinistro vistosamente tumefatto, dopo una notte  passata tra il pronto soccorso dell’ospedale cittadino e la questura, è di nuovo immerso nella preparazione della serata finale della manifestazione. «Ma non riesco a togliermi dalla mente quanto è avvenuto questa notte – racconta all’Ansa – sono stati momenti difficili, soprattutto perchè nella segreteria di Caffeina dove è avvenuta l’aggressione c’erano moltissimi volontari, giovanissimi ragazze e ragazzi che hanno assistito atterriti a quanto stava accadendo».

Ad avviso di Rossi, quello di Iannone e del manipolo che lo accompagnava è stato un gesto premeditato, «una sorta di spedizione punitiva» che gli sta facendo insorgere dei timori per quanto potrebbe succedergli in futuro. «Con questa gente non si può mai sapere» dice.

Alla domanda su quali potrebbero essere le ragioni dell’ aggressione da parte di CasaPound Rossi risponde: «Credo che volessero punirmi per le critiche che ho rivolto al movimento sui social network dopo l’assassinio di due immigrati senegalesi e il ferimento di altri quattro avvenuti a Firenze lo scorso dicembre, compiuto da un militante di CasaPound. Il fatto che l’aggressione sia avvenuta molti mesi dopo dimostra che la loro è stata una reazione a freddo, quindi ancora più pericolosa».

La coda dell’aggressione di Viterbo è interesante  solo in quanto offre uno “spaccato” dal’interno nel mondo neofascista, tra il “ripulito” seguace di Fini e l’umbratile universo “manesco”. L’intervista, sia chiaro, l’ha fatta l’Ansa…

Rossi precisa poi di conoscere marginalmente Iannone: «Avrò scambiato con lui trenta parole – spiega – anche se ho presentato un mio libro nella loro sede romana». Infine, la ricostruzione dell’aggressione: «Intorno all’1,20 – racconta – ho ricevuto la telefonata da un uomo che si è presentato come Gianluca chiedendomi di incontrarmi. Non mi ha nemmeno sfiorato l’idea che potesse trattarsi di Iannone, ho pensato che fosse una delle tantissime persone che mi cercano in questi giorni convulsi di Caffeina e gli ho detto dove mi trovavo. Mentre mi recavo a piedi nella segreteria me lo sono trovato davanti. ‘Mi riconosci?’, mi ha chiesto. Io ho risposto di sì e siamo entrati nella sede. Dopo pochi secondi di dialogo ha cominciato a darmi del traditore e mi ha colpito con un pugno all’occhio sinistro. Mentre ero a terra sono stato raggiunto da un calcio al fianco sferrato da uno dei tre-quattro giovani che lo accompagnavano. Iannone ha continuato ad accusarmi e mi ha anche sputato in faccia».

Rossi ricorda poi di aver temuto per i giovani volontari di Caffeina che si trovano con lui: «Alcuni – sottolinea – avrebbero voluto reagire, ma siamo riusciti a dissuaderli. Intanto Iannone e gli altri si sono allontanati. Noi ci siamo chiusi dentro la sede e abbiamo chiamato la polizia». «Se mi avessero incontrato solo, nel tragitto tra il ristorante dove mi trovavo con alcuni ospiti di Caffeina e la sede della segreteria – conclude il direttore del ‘Futuristà – non so cosa mi sarebbe potuto accadere. Comunque, questa sera concluderemo come previsto la manifestazione. Alle 10,30 racconterò l’accaduto pubblicamente, nell’Arena del Paradosso. Non ci faremo fermare da una scheggia impazzita di una politica morta e sepolta qual è CasaPound».

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