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Le stranezze del suicidio in MontePaschi

L’avevamo scritto subito: strano che i magistrati abbiano immediatamente escluso di disporre un’autopsia. E’ praticamente una proceduta obbligata in ogni morte violenta.
Ma c’è voluta la ripresa di una telecamera, posta sul vicolo dietro Rocca Salimbeni (sede di MonePaschi) per far loro cambiare idea. Nelle riprese si vede David Rossi cadere all’indietro. Che è certo uno dei tanti modo possibili di gettarsi da una finestra, ma non proprio il più frequente (statisticamente).
L’orario della caduta è impresso sulle immagini: 19,59. E Rossi non sarebbe neppure morto sul colpo, dopo un volo di quasi venti metri, con la testa verso il basso e di spalle.

Non sono gli unici riscontri che hanno consigliato un’archiviazione rapida. Prima della morte Rossi ha ricevuto una telefonata che si è protratta molto a lungo. E quindi l’interlocutore è “obiettivamente” un tassello importante per la ricostruzione dello stato d’animo di Rossi, nonché per individuare le ragioni specifiche del suo eventuale suicidio (“ho fatto una cavolata”, è scritto di suo pugno su uno dei biglietti accartocciati e gettati nel cestino del suo ufficio).

Il pubblico ministero Nicola Marini, di turno mercoledì sera, ha quindi doverosamente ordinato l’autopsia (effettuata ieri pomeriggio), coordinandosi con i magistrati che indagano sull’acquisto di Antonveneta, all’origine dei travagli di Mps e delle inchieste giudiziarie sugli ex capi assluti, Mussari  e Vigni.

La ricostruzione dei suoi ultimi giorni e ore è oggetto di indagini e articoli un po’ su tutti i giotrnali di oggi. IlSole24Ore, per esempio, offre questo quadro.

“Non era indagato e, come hanno puntualizzato i vertici della banca, non stava per perdere il lavoro (vedere altro servizio). Eppure era in uno stato di stress e negli ultimi giorni appariva lontano e distaccato dalle cose che accadevano. Un atteggiamento che aveva messo in allarme familiari e collaboratori. Nel pomeriggio di mercoledì si è messo a lavorare al computer senza quasi rispondere a chi cercava di rivolgergli la parola. Poi, intorno alle 19, ha chiamato la moglie Antonella per dire che stava uscendo dall’ufficio. Alle 20 e 30, non vedendolo arrivare, la moglie lo ha cercato sul cellulare, che però squillava a vuoto. Preoccupata, ha cercato il responsabile della segreteria del marito, Giancarlo Filippone, un amico di vecchia data della coppia, che era già a casa. Il quale è andato di corsa a Rocca Salimbeni.Quando è arrivato davanti alla stanza del suo capo, la porta era aperta e la finestra dietro la scrivania spalancata”.

Ultima seria incongruenza, dunque: alle 19 ha chiamato la moglie per dire che stava per rientrare e un’ora dopo si uccide. C’è materia per farsi domande. E le risposte vanno per forza cercate tra i fogli di carta, i file sul computer, le telefonate recenti, i rapporti con il resto del gruppo dirigente di Mps.

Lo sforzo di alcuni giornali padronali sembra evidente: ridurre tutte le motivazioni alla sfera individuale, a una sorta di “grande delusione” di un senese doc per quello che è sempre stato il cuore finanziario e politico della città. Basta questo per ammazzarsi, se si sono coperti nella vita professionale molti altri ruoli importanti?
La Rocca ha ancora molti angoli bui, questo è sicuro.

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