È di almeno 16 morti il bilancio dell’attacco compiuto oggi, prima dell’alba, da un folto gruppo di talebani appoggiati da kamikaze ad una base della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) nell’area dell’aeroporto di Jalalabad, provincia orientale afghana di Nangarhar.
In una prima fase dell’attacco, avvenuto poco prima delle 6 locali, due kamikaze hanno fatto esplodere il veicolo su cui si trovavano vicino all’ingresso dell’aeroporto, e subito dopo altri tre kamikaze sono saltati in aria. A queste vittime «si devono aggiungere quattro insorti e cinque soldati afghani morti negli scontri durati oltre tre ore».
Un responsabile locale ha detto che almeno tre civili hanno perso la vita, ma non è chiaro se a causa delle bombe lanciate dagli elicotteri dell’Isaf o per la intensa sparatoria avvenuta nell’area della base operativa avanzata Fenty. Da parte sua il portavoce della polizia di Nangarhar, Hazrat Hussein, ha confermato il bilancio complessivo, aggiungendo che «quattro civili feriti sono stati ricoverati in ospedale». Inoltre, in un suo aggiornamento sul risultato dell’attacco, l’agenzia Pressistan ha sostenuto che oltre a morti fra talebani e forze di sicurezza, «sono rimasti feriti anche numerosi soldati afghani e dell’Isaf».
Infine, l’attacco è stato immediatamente rivendicato dai talebani che per bocca del loro portavoce Zabihullah Mujahid hanno assicurato che «l’attacco realizzato da un gruppo di martiri ha permesso l’uccisione di numerosi militari afghani e stranieri».
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