Si era accreditato come “sinistra del Pd”, si era fatto vedere in piazza dialogare con la Fiom e diceva di voler difendere l’art. 18. Poi, quando si è fatta ora di campagna elettorale, Stefano Fassina – responsabile economia del Pd – è andato un po’ in confusione.
Ha cominciato ad assicurare che lui il “nuovo” art. 18 cancellato dalla Fornero non lo vuole affatto cambiare, che il mercato del lavoro va bene così com’è, ecc.
Ma non c’è mai limite, se devi andare al governo. E quindi ha dovuto anche difendere il Pd sulla non commendevole vicenda Montepaschi-Mussari.
«Il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, ha le idee molto confuse: dire che il suo partito non c’entra nulla nella vicenda Mps significa solo tentare di nascondere, forse per la vergogna, i servizi che la politica ha reso alla banca guidata da personaggi del calibro di Profumo e Mussari».
Anche Rivoluzione Civile, quindi, ha cominciato a sbertucciarlo. «La stretta creditizia e le vessazioni economiche imposte dalle banche agli italiani – dice la nota emanata dal cartello elettorale che comprende partiti di sinistra e giustizialisti in crisi – hanno messo in ginocchio la nostra economia. Il Governo dei banchieri, che il Pd ha sostenuto fino a ieri, ha finanziato con ben 3,9 miliardi di euro il Monte dei Paschi di Siena: un regalo vergognoso, pagato con i soldi dei cittadini, che è servito a coprire i disastri causati dalla gestione fallimentare dei manager amici dell’establishment di sinistra. Molti partiti hanno fatto da maggiordomo a Mps, quando Fassina parla di sciacallaggio farebbe meglio a pensare agli effetti malsani prodotti dall’intreccio tra potere politico e finanziario».
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