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Dimissionario il Goldman Sachs “entusiasta” del risultato elettorale

Il “complottista” vede nemici dappertutto. Alcuni sono reali, altri sono fantasmi.
Molti giornali – tra cui anche il nostro – hanno dato notizia di un’analisi di Jim O’Neill – ex capo del  Global Economics, Commodities and Strategy Research della prima banca d’affari del mondo, Goldman Sachs – che definiva “entusiasmante” la situazione italiana partorita dalle urne.
Comprensibile lo sconcerto: ma come, la banca che Grillo – e non solo lui, per chi frequenta le nostre pagine – ha indicato più volte come responsabile dei mali dell’Europa e che mette propri uomini alla testa di istituzioni importanti? La banca per cui lavorava tra l’altro anche “Rigor Montis”? Proprio quella si felicita per la vittoria di Grillo?

Qualche giornale “democratico” o anche centrista l’ha messa in effetti in questo modo. Noi, invece, abbiamo letto con un po’ più di attenzione, scoprendo che al signor O’Neill non interessava tanto la posizionie di Grillo o di chiunque altro, quanto l’oggettiva scomposizione del sistema politico italiano. Cosa che – secondo lui, ma anche secondo ogni osservatore indipendente – costituisce una formidabile occasione di “cambiamento”. Parola neutra, pronunciata cum grano salis. Ma in cui un banchiere vede ovviamente più opportunità per la sua azione, non certo meno (una “rivoluzione comunista” gli avrebbe fatto orrore, crediamo; eppure sarebbe un “cambiamento” davvero epocale…).

Lo sconcerto ha colpito anche alcuni simpatizzanti o militanti “grillini”, che sono andati a controllare e hanno scoperto (solo un esempio, qui) che O’Neill ha dato le dimissioni da Goldman Sachs. “Complotto!”, dunque, per “gettare merda sul movimento”.
Qualche giornale, ripetiamo, l’ha messa in questi termini.

Ma come stanno le cose? O’Neill si è dimesso da Goldman Sachs, è vero. Ma meno di un mese prima della sua analisi “entusiasta”. Insomma, non è qualcuno che aveva frequentato quegli uffici, magari come un impiegato qualsiasi, venti o trenta anni fa…
In secondo luogo, l’ex Chief of Global Economics, Commodities and Strategy Research di Goldman Sachs non si è ritirato a vita privata, dando i numeri all’improvviso. Come si usa fare a quel livello di internità al mondo del business globale, ha scelto di “cambiare aria”, “darsi nuovi stimoli”, andare a occupare altre plotrone. E infatti continua a partecipare a diversi consigli di amministrazione, a redigere consulenze per altre banche e multinazionali. Non ha cambiato mestiere e quindi le sue “osservazioni” sulla nuova situazione italiana sono il suo contributo – superpagato, ovviamente – alle possibilità di comprensione e di operatività di quel mondo. Quello degli affari, possibilmente colossali.

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