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Pisa. Solidarietà a Moez Chemki

 

Sostegno alla lotta del Fronte Popolare Tunisino, contro ogni fondamentalismo, per l’unità tra gli sfruttati.

 Condanniamo con fermezza la gravissima aggressione ai danni di Moez Chemki, avvenuta alcuni giorni fa nei pressi dalla stazione di Pisa. Moez è un militante del Fronte Popolare Tunisino, noto in città per la sua perseverante attività sociale, culturale e politica al fianco dei migranti e dei loro diritti, che in questi anni ha sostenuto attivamente la lotta del suo popolo, attraverso molte attività di mobilitazione e informazione. L’aggressione contro di lui ci porta a riflettere su un clima determinato dai profondi cambiamenti in atto nei paesi del Sud Mediterraneo, che evidentemente si riverbera all’interno delle comunità maghrebine presenti sui nostri territori.

Le grandi mobilitazioni popolari sviluppatesi negli ultimi anni in Tunisia, Egitto, Marocco, Algeria e in altri paesi del Maghreb, hanno aperto la strada a dei processi di cambiamento profondi in quelle società, ingenerando in ampi strati sociali una progressiva presa di coscienza della propria condizione materiale, ridotta da precise politiche neo coloniali a mano d’opera a basso costo e super sfruttata, a tutto vantaggio delle aziende occidentali e delle classi dominanti locali.

Le manifestazioni contro i regimi di Ben Ali, Mubarak e altri satrapi che continuano a governare al servizio delle multinazionali occidentali, hanno unito la lotta per le libertà civili a quella per i diritti sociali, per un’emancipazione a tutto tondo da condizioni di sfruttamento insopportabile.

La propaganda dei mass media occidentali nasconde e distorce la realtà di un conflitto caratterizzato da chiari connotati di classe, scadenzato com’è da grandi scioperi e lotte sociali, organizzate da sindacati di sinistra, da partiti laici e comunisti, in grado di condizionare in senso progressista processi di emancipazione di grandi masse, determinate a rompere quel sistema di relazioni sociali. Movimenti, organizzazioni sociali, politiche e sindacali che trovano oggi un potente avversario nel fondamentalismo religioso.

In quei paesi si ripete, in forme originali e specifiche, il fenomeno della stretta collateralità tra il modello politico/economico vigente e il potere religioso, uniti nel difendere uno status quo che garantisca la continuità di un modello nel quale ognuno deve rispettare, insieme a i precetti, la propria collocazione sociale, a garanzia dello sfruttamento capitalistico e neo coloniale. In Italia, con il Vaticano, sappiamo molto bene come e quanto un’organizzazione religiosa possa condizionare negativamente la vita economica, politica, sociale e culturale di un’intera comunità.

I compagni come Moez Chemki sono portatori di un cambiamento che combatte, insieme al modello politico/economico del proprio paese, un sistema di valori, di usi e costumi e di gerarchie sociali considerate sino a pochi anni fa immutabili, eterne.

I nemici delle rivoluzioni sono sempre stati moltissimi, trovando spazio e agibilità all’interno delle varie classi sociali. Non basta, infatti, essere sfruttati per riconoscere le proprie catene, nascoste da un potente manto ideologico/religioso, creato ad arte da un articolato sistema di dominio, al fine di rendere immutabile lo stato di cose esistenti.

Regole che valgono in ogni paese dove il sistema di sfruttamento capitalistico è dominante. Così per le comunità di migranti sparse nel mondo, scosse oggi da contraddizioni che costringono tutti a fare i conti con cambiamenti epocali, dai quali emerge un conflitto impossibile da ridurre o – peggio – annichilire in nome di una comune origine nazionale o della stessa religione.

Quel che accomuna gli esseri umani – nella propria terra d’origine così come in ogni luogo nel quale si trovano a vivere – è innanzitutto la propria condizione sociale, di classe, più che la nazionalità o il credo religioso.

Per questo la lotta di Moez è la nostra lotta.

D’ora in poi, ancora più di prima, saremo al fianco di questo compagno, del Fronte Popolare Tunisino, di tutte le lotte che si stanno sviluppando in Maghreb, per l’emancipazione dallo sfruttamento e dall’oscurantismo reazionario e fascista di religioni al servizio del capitalismo.

 

Rete dei Comunisti –  Pisa

contropiano.pisa@virgilio.it
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