Alcuni giorni fa i carabinieri del Ros e gli agenti della Guardia di Finanza si sono presentati nella sede dell’Aisi, il servizio segreto dedicati al fronte interno. Non cercavano informazioni riservate su qualche indagine delicata ma ben dieci milioni di euro scomparsi…. dalle casse del Viminale!!
La cifra corrisponde al buco nei conti del Fec, il fondo per gli edifici di culto attraverso il quale il Ministero dell’Interno amministra e tutela un vasto patrimonio artistico in tutt’Italia. L’ultima traccia di quei dieci milioni di euro porterebbe a una finanziaria in Svizzera, attraverso la quale sarebbero stati investiti dal prefetto Francesco La Motta, ex direttore centrale per l’amministrazione del Fec, poi vicedirettore vicario del Sisde e fino a due mesi fa vicedirettore dell’Aisi.
Si tratta di una nome eccellente dei servizi segreti, adesso finito sul registro degli indagati della Procura di Roma con l’ipotesi di peculato per distrazione e corruzione. L’indagine è partita in realtà dalla Procura di Napoli che stanno indagando per associazione mafiosa e riciclaggio sugli affari del clan camorristico dei Polverino, finisce anche il nome di La Motta, accusato, tra l’altro, di favoreggiamento ai boss. I magistrati napoletani hanno inviato la richiesta di indagini sui fondi del Fec alla procura di Roma e il Pm Ielo ha avviato questa parte dell’inchiesta.
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