Questa volta non si tratta del solito usciere o di un travet consuete vittime di telecamere mainstream o dei moralizzatori sempre pronti. Stavolta si tratta di un carabiniere che era ufficialmente prima in malattia e poi a riposo per circa tre mesi per le “contusioni” che avrebbe subìto nel corso di una manifestazione di protesta quattro anni fa contro la chiusura della fabbrica milanese Innse, una vertenza che ebbe ampio eco nazionale.
Il problema è che nello stesso periodo di convalescenza per le botte che dichiarava di aver preso dagli operai dell’Innse, il milite ha partecipato ad alcune gare di mountain-bike e triathlon (pubblicandole poi su internet), piazzandosi anche bene in classifica.
Il carabiniere è stato così iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Milano con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. La notizia dell’indagine a carico del militare, che è poi stata trasmessa per competenza alla Procura di Frosinone, è emersa nel corso del processo milanese a carico di cinque giovani, imputati per resistenza e lesioni per i tafferugli davanti all’Innse avvenuti il 2 agosto 2009.
Il carabiniere era un teste di parte civile sulle presunte lesioni subite nella manifestazione, ma il pm Francesca Celle, ha spiegato che era stato indagato in procedimento connesso, ragione per cui il militare, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Gli avvocati difensori dei cinque lavoratori e attivisti imputati per lesioni e resistenza nel contesto della manifestazione davanti alla Innse, hanno documentato come uno dei carabinieri “lesionati” in realtà non lo era, tanto da essere in grado di partecipare ad impegnative gare sportive.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa