“La decisione della Fiom di presidiare per una notte lo stabilimento Fiat di Pomigliano, a seguito delle vergognose cariche della polizia contro i cassintegrati, ha suscitato in molti compagni una forte aspettativa rispetto alla possibile apertura di una nuova fase di mobilitazione concreta contro Marchionne, per la difesa degli stabilimenti e di tutta l’occupazione. Invece la scelta di abbandonare il presidio all’alba per consentire il libero accesso del primo turno ha gelato nuovamente tutte queste aspettative e procurato non poca rabbia. Eppure sarebbe stato più che legittimo organizzare un picchetto davanti a tutti i cancelli per bloccare l’inammissibile continuo ricorso al lavoro straordinario mentre ci sono centinaia di lavoratori in cassa integrazione. Per l’ennesima volta nei confronti di Fiat si mette in campo esclusivamente la rappresentazione mediatica dello sdegno, dell’indignazione e la domanda di intervento a politica e istituzioni, sottolineando contemporaneamente il grado di anomalia di Marchionne e la immancabile, purtroppo, responsabilità Fiom. Non vi è alcuna strategia per riaprire una partita, che a tratti pare compromessa, sul contrasto all’accordo della vergogna sia per chi lavora a ritmi forsennati, sia per chi è estromesso dallo stabilimento. Occorre essere coscienti del fatto che è certo necessario lavorare alla massima unità tra chi è dentro e chi è fuori dalla fabbrica, ma il vero nucleo che può sostenere la rivolta contro Fiat è quello dei lavoratori e delle lavoratrici in cassa integrazione, da Torino a Pomigliano, passando per Termini Imerese, dove un accordo sbagliato ha consentito il disimpegno di Fiat e la chiusura dello stabilimento senza prospettiva alcuna. Per tutte queste ragioni parte non piccola di delegati e delegate Fiom Fiat anzichè la manifestazione romana del prossimo 28 giugno avrebbe preferito una mobilitazione diretta a colpire Fiat laddove più forti sono i suoi interessi, negli stabilimenti chiave. Non era successo forse così con il picchetto per giorni, nel dicembre 2002, dello stabilimento Fiat di Melfi da parte degli operai di Termini Imerese? I lavoratori Lucani in larghissima parte subirono, ma due anni dopo, nel 2004, si rivoltarono a Fiat e con 21 giorni di sciopero a oltranza, costrinsero alla capitolazione l’azienda. E’ questo il terreno che occorre riprendere, con urgenza”
Sergio Bellavita, portavoce Rete 28 Aprile
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sonia
ma aldilà delle belle parole sempre opportune e studiate,concretamente:la rete 28 aprile,dov’è quando serve?