Oggi pomeriggio ci sarà una manifestazione per le strade del quartiere di Ponte di Nona, alla periferia est della capitale, dopo il pacco bomba lasciato nella notte tra sabato e domenica scorsa all’entrata delle case di occupate.
Le ragioni di una lotta per direno alle provocazioni
La sera del 6luglio, ignoti hanno depositato davanti alla palazzina occupata di via Cerruti uno zainetto dal quale si vedeva un oggetto dalle sembianze di ordigno. Dopo un lungo intervento, gli artificieri hanno portato via lo zainetto, senza darci informazioni sul suo contenuto. Ancora non sappiamo se esso contenesse un ordigno che non è esploso perché è stato disinnescato in tempo o un ordigno finto. Nel rifiutarci dicredere che qualcuno intendesse farci del male, l’ipotesi più probabile è quella per cui chi ha depositato lozainetto voglia creare tensione o più semplicemente fornire la prova che un quartiere dove si trova una casa occupata è un quartiere insicuro. Insomma,generare uno stato di allarme non tanto e non soltanto in noi, ma anche e soprattutto, negli altri abitanti del quartiere. Ebbene, noi diciamo che l’occupazione nonè un problema di ordine pubblico.
A dispetto del tentativo che qualcuno sta portando avantidi demonizzarci, non siamo ladri, non siamo banditi. Siamo semplicemente giovani, anziani, famiglie, in una situazione di forte disagio economico. Nona bbiamo nessuna mira sui beni dei nostri vicini di casa. E non abbiamo mire dirette neanche sulla palazzina che abbiamo occupato. Essa riveste per noi un carattere simbolico. Occupando un palazzo di Caltagirone, noi, insieme a Action, vogliamo porre al centro dell’interesse della politica e dell’opinione pubblica il problema dell’invenduto.
A Roma ci sono
250.000 APPARTAMENTI SFITTI
30.000 NUCLEI IN GRADUATORIA
a fronte di 150 / 300 APPARTAMENTI DI EDILIZIA POPOLARE CONSEGNATI OGNI ANNO.
Questi numeri noi vogliamo ricordare a chi ci contrappone ai “cittadini onesti che si mettono onestamente in lista per ottenere una casa popolare” (dieci, o quindici, o venti anni dopo). Abbiamo il massimo rispettoper chi si mette in graduatoria e aspetta il suo turno, ma pensiamo chel’emergenza abitativa debba essere trattata dalle istituzioni in maniera piùincisiva.
Perquesto abbiamo occupato una casa invenduta: perché da decenni non esiste unaseria edilizia popolare, mentre si continua a cementificare la città conpalazzi residenziali destinati a restare vuoti.
Grazie alle occupazioni e allo tsunami tour, la Regione sta stanziando subito 200mln dieuro e successivamente altri 400mln immediatamente utilizzabili per un piano straordinario per l’emergenza abitativa.
Ma un’occupazione abitativa,specie dentro un quartiere periferico, non si limita certo ad esseresemplicemente un “grande condominio”. Ilnostro obiettivo è che l’occupazione diventi un luogo importante e prezioso pertutto il quartiere per capire quali sono le problematiche che ci accomunano e le soluzioni che possiamo costruire.
Spesso alcuni “giornalisti” indicano nelle occupazioni luoghi di degrado che entrano in conflitto con gli “onesti cittadini” che abitano i quartieri.Non c’è niente di più falso, i problemi quotidiani che accomunano chi occupa echi continua ad essere inquilino o ad avere il mutuo sono tantissimi. Pensiamoche il vero degrado sia rappresentato da interi palazzi lasciati all’incuria,all’abbandono e alla speculazione. Anche per questo riteniamo che fra noi occupanti e glialtri abitanti di Nuova Ponte di Nona possa svilupparsi un dialogo.
Per questo vi invitiamo tutti alla
Manifestazione di oggi, Venerdì 12 luglio ore 17, da via Valentino Cerruti
(Quartiere Ponte di Nona)
Popolo di ponte di nona in Action
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa