Si è spenta a Roma, a 101 anni Giovanna Marturano, emblema della Resistenza antifascista e presidente onorario dell’Anpi di Roma. In tanti eravamo abituati a vederla nelle manifestazioni, soprattutto quelle del 25 aprile alle quali ha partecipato fino all’ultimo. “E’ con estremo dolore che abbiamo appreso la notizia della scomparsa avvenuta giovedì”, si legge in una nota dell’ANPI, all’interno della quale la Marturano era conosciuta col soprannome di “bimba col pugno chiuso”. “Antifascista, partigiana della Brigata Garibaldi, dirigente del Partito Comunista Italiano – racconta l’Anpi – Giovanna lascia, soprattutto alle nuove generazioni, un enorme e prezioso testamento, avendo continuato fino a pochi mesi fa a testimoniare con grande passione e lucidità il suo impegno politico e civile e di quello dei suoi famigliari nella lotta per la libertà e la democrazia”.
Giovanna Marturano era nata a Roma il 27 marzo 1912, poi si era trasferita con la famiglia a Milano e 24 anni aveva aderito al Pci clandestino. Ma già da piccola, ancora a Roma e nella casa di via Monte della Farina, insieme alla sorella Giuliana faceva i turni di guardia per evitare blitz della polizia fascista mentre i Marturano Pintor, dal cognome della madre, preparavano in casa la stampa e i volantini antifascisti che avrebbero poi diffuso nella Capitale.
La foto segnaletica di Giovanna Marturano
Col trasferimento a Milano, la Marturano aveva dovuto interrompere gli studi di architettura che seguiva a Roma e aveva cominciato a lavorare in fabbrica. Fu arrestata con uno dei suoi fratelli e scarcerata dopo un mese di detenzione rimanendo schedata come “sovversiva”. Nel 1941, fece scalpore quando chiese di andare a Ventotene per sposare Pietro Grifone, anche lui iscritto al PCI (autore di importanti analisi sul capitalismo monopolistico di stato) che era confinato e che aveva conosciuto ai tempi degli studi romani al “Visconti”. La polizia fascista tentò inutilmente di impedire quello che sarebbe poi stato ricordato come “il matrimonio di Ventotene”. Sulla storia di Giovanna Marturano e dei suoi famigliari nel 1972 è stato pubblicato un libro, con prefazione di Giorgio Amendola dal titolo “I compagni”.
Dopo il matrimonio con Grifone, quando il marito aveva terminato di scontare il confino, era tornata a Roma e qui, durante l’occupazione nazifascista era entrata nella Resistenza, meritando la medaglia al valore. Nel 2008 è uscito il libro da lei scritto intitolato: “Giovanna – Memorie di una famiglia nell’Italia del Novecento”. Nel 2013 Giovanna Marturano ha raccontato la sua vita nel documentario “Bimba col pugno chiuso” curato da Di Mambro, Mandrile e Migliaccio, prodotto da Todomodo e Produzioni dal Basso.
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