Nel 2012 ben l’11,1% degli italiani ha dichiarato di aver rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria erogabile dal Servizio sanitario nazionale, pur ritenendo di averne bisogno. Oltre una persona su due rinuncia, poi, per motivi economici e circa una su tre per motivi di offerta. E’ quanto emerge da un report dell’Istat sulla salute e il ricorso ai servizi sanitari realizzato con il sostegno del ministero della Salute e delle Regioni, nel quale si sottolinea, tuttavia, che c’è stata “una sostanziale tenuta dei livelli di assistenza”. Intanto, però, il trattamento sanitario diventa sempre più una questione “di classe”. Sempre dalla stessa ricerca, per esempio, emerge che, ad esempio, le visite odontoiatriche si riducono del 23%. Il 14,3% delle persone di 14 anni e più vi ha rinunciato nell’ultimo anno pur avendone bisogno e, fra queste, l’85% lo ha fatto per motivi economici. Diminuiscono lievemente anche le visite dietologiche. In crescita le prestazioni sanitarie a pagamento intero per gli accertamenti: la quota passa dal 21,0% al 24,9% per gli accertamenti specialistici, dall’8,1% al 14,1% per le analisi del sangue. Questi due fenomeni, ovviamente riguardano le attese chilometriche a causa delle liste di attesa e la sostanziale parità di costo tra pubblico e privato nel secondo caso. Non a caso proprio sulle analisi cliniche si stanno scatenando le attenzioni delle grandi multinazionali della sanità. Tali percentuali sono più elevate al Centro e al Sud, dove si registra anche l’incremento più forte rispetto al 2005 e dove la sanità pubblica offre servizi più scadenti. Inoltre, i consumi sanitari risultano in aumento per le visite mediche, stabili per gli accertamenti diagnostici e in lieve diminuzione per i ricoveri ospedalieri.
Per quanto riguarda lo stato di salute, nel 2012 oltre i due terzi della popolazione di 14 anni e più (66,9%) hanno riferito di stare bene o molto bene e il 7,7% di stare male o molto male. Il 14,8% dell’intera popolazione ha dichiarato almeno una malattia cronica grave e il 13,9% ha problemi di multicronicità (dichiara tre o più malattie croniche). A livello nazionale, rileva l’Istat, il livello di soddisfazione per il Servizio sanitario pubblico è disastroso al Sud e a macchia di leopardo al Nord. La media complessiva, stabile rispetto al 2005; in una scala da 1 a 10, è 6.
* controlacrisi.org
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