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Una lettera di Davide Rosci dai domiciliari

L’8 febbraio, dopo 355 giorni di dura reclusione, è stata una sensazione forte quella di tornare a casa e poter riabbracciare, questa volta non da un tavolo divisorio, i miei cari.

Il tintinnio di chiavi che dettava il ritmo della mia vita si è improvvisamente fermato e non osservare più il mondo da dietro quelle sbarre mi ha fatto provare un piacevole sensazione, ma, nonostante questo “benessere” temporaneo, resta tutta la mia indignazione per la condanna subita .
Avrei voluto scrivere questa lettera prima, ma non mi hanno neanche notificato l’atto riportante quelle che erano le mie prescrizioni e solo oggi posso farlo. Di seguito vi riporto il mio pensiero e la mia riflessione sul processo.

La conferma delle condanne in appello per il reato di epoca fascista di “devastazione e saccheggio” : lo stato si serve, a distanza di oltre 80 anni, ancora di un codice penale nato in epoca dittatoriale (costruito per sopprimere tutte le opinioni politiche diverse da quelle dominanti cit. Calamandrei) e lo fa per reprimere ogni dissenso al solo fine di intimorire il popolo su quelle che possono essere le conseguenze derivanti anche dalla sola partecipazione ad una manifestazione di protesta.
Affermo ciò perché, la corte ha fatto proprie le tesi dell’accusa puntando il dito non sulla condotta specifica di ognuno di noi, ma su quanto successo il 15 ottobre del 2011 nella sua complessità e l’esser stati fotografati vicino al blindo che andava in fiamme è bastato per condannarci ad anni e anni di reclusione.

E’ stato un processo sommario, condizionato dall’attenzione che il caso ha avuto sui mass media e basato su prove che non provavano assolutamente niente così come dimostra l’assoluzione di Mirko che si è fatto due anni di reclusione a gratis. Anzi, durante l’arringa difensiva si è fatta per la prima volta luce su quello che è stato l’atteggiamento delle forze dell’ordine il 15 ottobre del 2011 e, dalle relazioni di servizio lette in aula del personale della polizia presente in piazza quel giorno, risultano a chiare lettere gli ordini di fare caroselli sulla folla e spazzare via i manifestati con gli idranti.

Il risultato è stato quello di isolare chi si opponeva alle politiche neoliberiste di lacrime e sangue imposte dalla troika, demonizzare i movimenti antagonisti allora pronti a scendere in piazza e dividere i manifestanti in buoni e cattivi.
E’ così e non vi sono dubbi. Infatti dal 15 ottobre del 2011 ad oggi non vi sono state più grandi manifestazioni di piazza al contrario degli altri paesi definiti
Dobbiamo capire che senza strategia non andiamo da nessuna parte e se continuiamo ognuno a pensare ai cazzi nostri quello che oggi siamo noi a subire domani saranno altri compagni a vivere. Questa cosa come compagni e come antifascisti non possiamo accettarla.

Propongo pertanto di indire a Roma una grande manifestazione antifascista e antirepressiva per la prossima primavera, una manifestazione che ponga le basi ad una serie di azioni concrete da mettere in atto in futuro tra le quali quella di intervenire alle celebrazione del 25 aprile ricordando a chi si improvvisa antifascista solo quel giorno che è giunta l’ora di pretendere l’abolizione del codice Rocco attraverso un lotta trasversale che parta dall’Anpi nazionale a tutti i movimenti antagonisti .

IL FASCISMO NON PASSERA’!

Davide

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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