La consegna avviene in una data significativa: il 18 febbraio ricorre infatti il 30° anniversario della revisione del Concordato siglato dall’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi e dal cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato.
Nonostante il nostro Paese abbia assunto sempre più i contorni di una società secolarizzata e multireligiosa, il permanere in vigore del Concordato garantisce alla Chiesa cattolica, sul piano legislativo, una posizione di preminenza, riconoscendole ampi ed esclusivi privilegi: dall’insegnamento della propria dottrina nelle scuole della Repubblica (con docenti scelti dai vescovi ma pagati da tutti i contribuenti) all’assistenza spirituale, dal regime speciale per il matrimonio religioso alle esenzioni fiscali e doganali, fino agli obblighi, in capo al nostro Stato, di garantire la sicurezza tra le mura del Vaticano.
«Da solo, il costo diretto e indiretto del Concordato grava sui contribuenti italiani per circa tre miliardi di euro ogni anno, oltre un miliardo a causa del solo Otto per Mille», si legge nel testo della petizione che sarà consegnata in Parlamento: «Una spesa ingiustificata, a maggior ragione in tempi di gravissima crisi economica. È ormai tempo di intervenire e di superare una situazione di palese violazione di principi fondamentali della nostra Repubblica, quali la libertà, la giustizia, l’eguaglianza, la laicità».
Per questo i firmatari chiedono: di denunciare unilateralmente il Concordato; di sostituire gli articoli 7 e 8 della Costituzione con l’affermazione esplicita del principio di laicità dello Stato; di approvare una legge generale sulla libertà di coscienza che superi la normativa fascista sui “culti ammessi” e che riconosca a credenti e non credenti uguali diritti e doveri.
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