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Se questo è il jobs act, prepariamoci a “più precarietà per tutti”

In attesa che si dia attuazione concreta agli annunci su riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori e dell’Irap per le imprese, UNISIN valuta negativamente le misure indicate nelle bozze di Decreto Legge che circolano in questi giorni”. Così il segretario Generale di Unità Sindacale Falcri-Silcea, Emilio Contrasto, boccia le modifiche al contratto di apprendistato ed al contratto a tempo determinato.

Estendere la a-causalità fino alla durata massima del rapporto a termine di 36 mesi significa cancellare totalmente il legame del rapporto a termine con esigenze temporanee dell’impresa” spiega Contrasto, che continua affermando che “se tale ipotesi dovesse trovare conferma, nessuna Azienda indicherebbe più la causale nei contratti a termine”. Il Segretario Generale di UNISIN giudica, invece, positivamente “l’introduzione di un tetto al numero di contratti a termine stipulabili in relazione all’organico complessivo dell’impresa”.

Sul contratto di apprendistato, “la cancellazione della condizione che lega le nuove assunzioni di apprendisti alla conferma di almeno il 30% dei contratti in servizio” – secondo Contrasto – “genererà un incremento esponenziale della precarietà del lavoro, che colpirà in particolare i giovani a cui questa forma contrattuale è sostanzialmente rivolta”. Il Segretario Generale di UNISIN censura senza appello anche “l’abolizione della forma scritta per il piano formativo individuale che renderà ancora più incerta l’erogazione effettiva della formazione, già oggi spesso difficile da esigere”. Parere negativo da UNISIN anche per “il taglio della retribuzione al 35% per le ore di formazione nell’apprendistato di primo livello”.

Attendiamo di conoscere le misure concrete” – prosegue Contrasto – “ma non vorremmo che la direzione intrapresa porti alla crescita del lavoro precario invece di occupazione vera. Nulla, inoltre, è stato messo in campo per ripristinare le tutele reali rispetto ai licenziamenti individuali, fortemente compromesse dalla recente riforma dell’art 18 della Legge 300/70 contenuta nella cosiddetta Legge Monti / Fornero”.

Contrasto conclude sottolineando che “il Paese ha bisogno di certezze, di concrete opportunità di lavoro per tutti, di effettive tutele per le fasce più deboli che devono poter trovare nelle Leggi dello Stato difese contro la crescente arroganza e le pretese dei “nuovi padroni”. Con una disoccupazione giovanile che aggiorna i suoi non invidiabili massimi di trimestre in trimestre siamo oggettivamente stupiti rispetto ai provvedimenti annunciati che generano ulteriore disorientamento e precarietà. Se queste sono le premesse dell’ennesima – ed inefficace rispetto agli obiettivi annunciati – Riforma delle norme sul Lavoro, non osiamo immaginare cosa ci riserverà il cosiddetto contratto unico”.

 

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