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Appalti pilotati, in carcere l’ex direttore dell’aeroporto di Ciampino

C’è anche l’ex direttore dell’aeroporto di Ciampino e funzionario dell’Enac Sergio Legnante tra le sei persone arrestate questa mattina nell’ambito dell’inchiesta su un giro di appalti pilotati per lavori negli scali aerei del Lazio. Legnante era competente anche per gli scali utilizzati per il traffico di piccoli velivoli di Roma Urbe, Aquino, Viterbo e Rieti.

Con lui è finito in carcere anche l’imprenditore Massimiliano Mantovano, chiamato in causa in relazione alle società a cui venivano affidati i lavori. Raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare in carcere anche Alfonso Mele, ingegnere in servizio presso la Direzione centrale dell’Enac. Il gip Maurizio Caivano ha inoltre, disposto gli arresti domiciliari per tre persone: Adriano Revelant e Luigi Guerrini, uomini di fiducia di Mantovano e Renato Lolli, dipendente dell’Enac. Nell’inchiesta del pm Mario Palazzi risultano indagate anche altre due persone.
Mantovano è ritenuto dal gip “promotore e capo” dell’associazione a delinquere. Mentre Legnante è per il giudice “organizzatore” della banda degli appalti negli scali aeroportuali del Lazio. Gli altri soggetti coinvolti nella vicenda, culminata oggi con gli arresti, da Guerrini a Revelant, sono considerati “partecipi”.
Il gruppo si associava allo scopo – continua il giudice – “di commettere più delitti, tra gli altri, di turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture, falso dieologico, corruzione per l’esercizio delle funzioni e per atti contrari ai doveri d’ufficio, emissioni di fatture per operazioni inesistenti, al fine di ottenere il sostanziale monopolio di tutti i lavori di manutenzione, ristrutturazione e modificazione degli aeroporti di Ciampino, Aquino (in provincia di Frosinone) e degli altri aeroporti minori del Lazio (Rieti e Viterbo, tutti dipendenti dalla direzione di Ciampino) mediante l’alterazione delle procedure di gara indette da parte dell’Enac, gonfiando fraudolentemente i costi dei lavori eseguiti ed assicurandosi indebiti profitti da dividere assieme ai pubblici funzionari infedeli come prezzo della loro corruzione”.

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