Davide Gariglio è sull’orlo di una crisi di nervi. La crescente impopolarità del Partito Democratico nella roccaforte Piemonte, non fa dormire sonni tranquilli al segretario regionale.
Dopo i cosiddetti blitz alle sedi ecco che Gariglio tirar fuori dal cilindro la soluzione “magica”: ovvero la chiusura dei centri sociali poiché «questi luoghi sono al di fuori delle regole della democrazia e vanno colpiti», aggiungeremmo “eliminati democraticamente”.
«Io non so chi c’è lì dentro, ma penso che vadano chiusi. Questi gruppi vanno messi in condizione di non nuocere. Chiunque può contestare anche duramente, ma un conto è la polemica politica un altro le aggressioni e i vandalismi», continua.
Poi torna sugli incidenti del Primo Maggio: «Polizia e carabinieri al corteo del Primo maggio ci hanno difesi e hanno subito aggressioni per farlo. Però è vero che non se ne può più di questo stato di cose». Un Pd contestato e scortato come sempre più accade nelle città, e in particolare a Torino. Basti pensare ai fischi ricevuti dal primo cittadino Piero Fassino dai tifosi granata, a cui lui ha risposto con un dito medio, modello Santanchè dei giorni migliori.
«Molti dei protagonisti di questi attacchi sono già stati identificati – conclude ritornando così a bomba su quelle scritte sulle vetrine delle sedi del Pd – La procura ha in mano tutto. Quindi, dopo il grazie per tutto il lavoro fatto, adesso ci aspettiamo che vengano sanzionati questi comportamenti secondo la legge. Si sa dove stanno queste persone si sa dove si decidono queste cose. Quindi ci sono tutti gli elementi per intervenire». Con la chiusura del centri sociali appunto.
Fonte. La Nuova Società
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