Menu

Niscemi. La base del Muos inquina anche l’acqua

La base NRTF di contrada Ulmo non inquina solo con le letali onde elettromagnetiche. A farne le spese è pure l’acqua, autentico oro blu, così preziosa in un territorio come quello niscemese da sempre assetato, costretto a turni idrici di 15-20 giorni. Una delle falde acquifere da cui la città di Niscemi si approvvigiona è quella di contrada Polo, a due passi dalla base USA. È però accertato che in una serie d’incidenti, rigorosamente tenuti segreti agli amministratori e alla popolazione, sono state disperse nel suolo e nel sottosuolo grandi quantità di sostanze inquinanti.

Dopo aver inquinato le falde acquifere e parte del territorio della riserva naturale con idrocarburi (classificati come rifiuti pericolosi e con componenti anche cancerogeni) nel marzo 2002 a causa di uno sversamento di gasolio di notevoli dimensioni gli americani continuano l’opera di devastazione del territorio.

Le ultime analisi effettuate evidenziano la presenza di idrocarburi pesanti (C12-C40) con valori oscillanti tra i 25,1 e i 495,5 mg/kg, ma con una prevalenza di punti dove la concentrazione era abbondantemente sopra i 200 mg/kg, ben oltre la soglia (50 mg/kg) prevista per le aree destinate a verde pubblico o uso privato e residenziale quale la Sughereta di Niscemi, per di più in “ZONA A”.

Inoltre un comunicato ufficiale della base di Sigonella nel 2012 ha lanciato l’allarme sulla presenza nell’acqua destinata al personale della base di Niscemi di «inaccettabili livelli» di bromato, classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come possibile cancerogeno per l’uomo. A inquinare la fonte idrica sarebbero stati i prodotti chimici utilizzati dagli statunitensi per la disinfezione e il trattamento delle acque e al personale militare è stato ordinato di non bere più dai rubinetti.

In risposta alla devastazione e al saccheggio del territorio il 25 aprile gli attivisti No Muos hanno “liberato” un pozzo all’interno della base di contrada Ulmo, tagliando le recinzioni e riappropriandosi della fonte.

Un gesto simbolico che punta però i riflettori sullo sfruttamento delle risorse dell’installazione NRTF.

Attualmente l’installazione di Niscemi riceve infatti l’acqua dalla società Caltaqua – Acque di Caltanissetta, ente gestore dell’acquedotto niscemese.

Mentre i niscemesi sono costretti a turni di erogazione di 15-20 giorni la marina statunitense riceve l’acqua tutti i giorni per di più dalla stessa società che gestisce il servizio idrico della città.

Niscemi è costretta alla sete e l’acqua, che dovrebbe servire alle esigenze di chi vive nel territorio, è utilizzata in grande quantità dall’installazione militare.

Da sempre denunciamo i danni della militarizzazione del territorio, che umilia e saccheggia impunemente la città. Smantelliamo la base USA di contrada Ulmo, tutta l’acqua ai niscemesi!

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *