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Imola. PIcchetto blocca lo sfratto di un lavoratore “moroso involontario”

Solo l’intervento delle/dei militanti dello sportello antisfratto del c.s.a. Brigata 36 e della Rete Antisfratto dell’Emilia Romagna, ha evitato ieri ad Imola che l’ennesima famiglia si vedesse privata dell’alloggio o costretta ad accettare le condizioni non dignitose proposte dalle istituzioni per chi, pur causa morosità incolpevole, viene condannato/a a subire lo sfratto.

Nonostante i dati ufficiali descrivano una situazione allarmante, la risposta dell’amministrazione è insufficiente per intervenire  adeguatamente sull’emergenza abitativa. Il Decreto Casa Renzi-Lupi non fa altro che aggravare le cause che hanno determinato quest’emergenza. L’autorganizzazione e la lotta continuano ad essere le uniche risorse a disposizione delle persone che, dopo aver perso il lavoro, si vedono obbligate a subire la crudeltà e l’umiliazione della perdita dell’alloggio.

Anche Imola, nonostante la scarsa risonanza, risente pesantemente delle conseguenze che la crisi ha sulla condizione abitativa delle persone. Pensiamo a chi ha già perso il reddito e chi inevitabilmente sta per perderlo, a chi stenta ad averne uno.  Chiediamo al Comune di Imola di procedere immediatamente alla requisizione degli stabili e locali sfitti e metterli a disposizione di tutte quelle persone in condizione di precarietà abitativa, sull’esempio dei comuni di Napoli e di Roma.

csa Brigata 36

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