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Bologna. Scuola e servizi, la nuova frontiera anti-welfare

SCUOLA E SERVIZI EDUCATIVI SCOLASTICI LA NUOVA FRONTIERA ANTIWELFARE DEL GOVERNO RENZI E DELLA GIUNTA MEROLA
Sta per chiudersi l’ennesimo anno scolastico fatto di tagli al personale e ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoratori e utenza: la possibilità di mantenere livelli dignitosi di qualità dell’offerta formativa, a fronte del crollo vertiginoso dei soldi investiti dallo Stato in istruzione e scuola pubblica, grava sul personale e sugli alunni.
Continua il blocco dei contratti, la retribuzione è ferma da 5 anni mentre il governo Renzi annuncia tagli ulteriori al tempo pieno e prolungato.
Intanto, l’introduzione di una fantomatica “selezione meritocratica” avrà l’effetto di decurtare gli stipendi e ridistribuirne una parte ai “fedeli” e ai ” conformisti”: quelli che non protestano, che non rivendicano aumenti di salario e investimenti culturali.
Vengono sbandierati interventi per sanare gli edifici scolastici, ma il dato oggi ci offre uno Stato che demolisce la preparazione, l’educazione, la formazione scientifica, culturale e civile, il futuro del Paese. Avremo classi troppo numerose e orari spezzati, turn over degli insegnanti.
Se ne avvantaggeranno gli imprenditori privati, ovviamente, e le loro finanze, la loro necessità di controllo sociale sulle classi lavoratrici.
A Bologna, nel rispetto di queste politiche della privatizzazione, la Giunta Merola procede nell’opera di esternalizzazione dei lavoratori dei nidi e delle materne comunali: questi lavoratori vengono condotti nel grembo di un organismo che prende il nome di Istituzione e che rappresenta un passo sostanziale verso la deroga ai diritti, verso la precarietà.
Infatti l’autonomia gestionale dell’Istituzione porterà ad una riorganizzazione dei servizi nel principio dei tagli al personale, della razionalizzazione delle risorse, della riduzione della qualità dell’offerta formativa.
Ne sono consapevoli le lavoratrici e i lavoratori che in questi giorni si stanno mobilitando, e che si vedono ormai prossimi alle condizioni di lavoro delle educatrici e degli educatori impiegati nelle scuole di Bologna dalle cooperative che si aggiudicano gli appalti.
Proprio ieri questi operatori hanno massicciamente scioperato contro i bandi di gara comunali che li lasciano senza lavoro per circa quattro mesi all’anno. È infatti questo il progetto che l’Amministrazione comunale sta strutturando, in ossequio alla logica dell’austerity imposta dalla UE e alle direttive del Governo Renzi: un welfare escludente, in cui chi ha bisogno faccia da sé, in cui gli operatori professionisti vengano gradualmente lasciati senza lavoro, in cui si ponga il volontariato come nuova frontiera e principale risorsa.
Un motivo in più, se ce ne fosse bisogno, per mobilitarci e partecipare alle iniziative del “Controsemestre popolare” a partire dalla prossima manifestazione nazionale a Roma del 28 Giugno, promossa dalle realtà sociali, sindacali e politiche che come noi vogliono contrastare queste politiche.
Ross@ Bologna

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