Il 9 giugno, il Dipartimento di Scienze Politiche ha ospitato un “seminario” sullo Jobs Act. Tra gli interventi previsti, l’onorevole Berretta (PD), Rota per la CGIL, Confindustria Catania e il Ministro del Lavoro Poletti. Seppure presentato come un seminario sul diritto del lavoro, nessuna traccia nella scaletta degli interventi di professori dell’ateneo per argomentare in maniera tecnica sul decreto Poletti, da poco diventato legge.
Abbiamo dunque accolto il Ministro nel cortile del Dipartimento per rendergli noto che in questa città non c’è spazio per le opere di evangelizzazione del governo Renzi, che gira di città in città a tentare di convincere la gente della bontà delle sue leggi.
Dopo due ore di dibattito privo di analisi o anche menzioni al Jobs Act, perché ritenuto dai più la misura esatta fatta al momento esatto, di cui si aspettano gli esiti, siamo intervenuti.
Abbiamo espresso la nostra contrarietà al provvedimento, perché non accettiamo che si spacci per mera semplificazione una manovra che in realtà precarizza a vita i giovani, obbligandoli a un regime in cui il contratto a tempo determinato viene totalmente liberalizzato e diviene regola di assunzione. Non siamo disposti a sentirci dire che il Jobs Act è la soluzione alla disoccupazione giovanile, perché è una manovra che parte non dalle necessità del giovane lavoratore ma delle imprese che con la nuova legge si trovano più agevolate a sfruttare e sottopagare i giovani lavoratori. Siamo intervenuti come se fossimo (e forse lo eravamo davvero) gli unici che hanno letto e analizzato il Jobs Act e che hanno avuto il coraggio di smascherarlo: l’ennesimo modo per ricattare e sfruttare a vita il lavoratore.
Siamo disgustati dalla passerella politica che si è venuta a creare dentro l’Aula Magna di Scienze Politiche, in cui nemmeno un intervento si è concentrato sul Jobs Act ma tutto è ruotato a grandi riconoscimenti per Poletti e il governo Renzi. Siamo disgustati che dentro l’università, luogo in cui almeno l’onestà intellettuale dovrebbe rimanere intatta, si permettano simili mostruosità.
Abbiamo rovinato la vetrina di Poletti e il governo Renzi.
Oggi abbiamo parlato, abbiamo spiegato le nostre motivazioni. Rimandiamo il resto all’11 luglio a Torino, al vertice sull’occupazione giovanile. E saremo tanti, e continueremo a dire che questo governo è sol una grande farsa.
Collettivo Aleph
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