Due disoccupati organizzati dello Slai Cobas di Taranto, Massimo Portacci e Francesco Tagliente, sono stati condannati rispettivamente a 7 mesi e 5 mesi di reclusione. Qui di seguito il comunicato dello Slai Cobas con il quale si denuncia l’accaduto:
“Colpevoli” di cosa? Di lottare per il lavoro! Di non piegarsi a elemosinare un posto di lavoro al sindaco o all’assessore, al politico, alla malavita (che, come viene fuori dai recenti arresti, bellamente convivono); ma di organizzarsi insieme a tanti altri disoccupati e pretendere che i sepolcri imbiancati dei consigli comunali facciano qualcosa di utile, altrimenti è giusto occuparli, perchè in queste sale in cui le uniche grida si alzano per interessi di bottega da parte della maggioranza dei consiglieri e assessori, si senta con forza la voce e la protesta dei disoccupati.
La Giudice ha pronunciato la sentenza “in nome del popolo italiano”. Ma di quale popolo!
Del popolo dei migliaia di disoccupati e disoccupate che non vedono alcuna prospettiva di lavoro?
Del popolo dei lavoratori che a Taranto devono lavorare in appalti pubblici a miseri orari e retribuzioni in contrasto con la legge e i contratti? (su questo la magistratura non dice nulla? Eppure sono depositati decine di esposti dello slai cobas!)
Del popolo di chi ogni giorno perde il lavoro perchè i padroni per aumentare i loro profitti tagliano il costo del lavoro e i diritti) Delle tante donne, ragazze madri che tremano anche per una febbre di un loro figlio perchè non hanno neanche soldi per le medicine?
ecc. ecc.
NON OSATE PARLARE E CONDANNARE CHI LOTTA “IN NOME DI QUESTO POPOLO”. Parlate del vostro popolo che a Taranto nega la salute, il lavoro, il futuro, la vita. combattivo, prolungato.
MA LA REPRESSIONE NON PUO’ FERMARE LA PROTESTA!
I Disoccupati Organizzati Slai cobas continuano la lotta per il lavoro e il salario garantito e già domani saranno in presidio sotto palazzo di città.
E impugneranno questa vergognosa sentenza e già nei mesi scorsi hanno fatto loro la denuncia contro i Vigili e il sindaco per l’aggressione violenta contro i disoccupati del 22 maggio scorso, tra cui proprio Massimo e Francesco.
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