Venerdì 28 Novembre 2014 noi studenti del Righi ci siamo ripresi gli spazi occupando la sede di via Campania. In questi mesi abbiamo rivendicato i nostri diritti e urlato il nostro dissenso in piazza il 10 Ottobre e il 14 Novembre, contro il piano scuola del ministro Giannini e il Jobs Act.
Alla richiesta di diritti, di aumento occupazionale, di abbattimento dell’emergenza abitativa, di difesa e tutela dei territori, le risposte a noi giovani sono sempre repressive, escludenti e mai efficaci nell’andare a restituire ad un’intera generazione un futuro e una prospettiva di vita dignitosa.
Noi crediamo che il “Jobs Act” e la sua volontà esplicita di precarizzare interamente il mondo del lavoro, privando di sicurezze e stabilità milioni di lavoratori, non sia altro che un’opera di sfruttamento e cancellazione di diritti, in nome della produttività.
Dall’altra parte la “Buona scuola” non risponde alle esigenze di un sistema scolastico, frantumato e distrutto dai tagli (8,5Miliardi) dei ministri Gelmini e Moratti, che sta collassando e non garantisce un’accessibilità gratuita al diritto allo studio, ai saperi e alla cultura. Ad oggi contributo volontario, caro libri, caro trasporti gravano pesantemente sulle tasche delle famiglie, soprattutto di quelle in maggior difficoltà. La riforma attraverso l’introduzione dei capitali privati all’interno del circuito di gestione scolastica, mina alle fondamenta la necessità di garantire una scuola di qualità, uguale in qualsiasi contesto sociale e culturale. Oltre alla gestione degli introiti privati, il dirigente scolastico avrà il compito di formare un Nucleo di Valutazione atto a giudicare i docenti secondo dei criteri “meritocratici” che influiranno sul piano retributivo, sostituendo gli scatti di anzianità, e andando a generare una deleteria competizioni tra docenti. L’accentramento dei poteri nella figura del dirigente scolastico svilisce e annichilisce il dibattito democratico tra le varie componenti scolastiche . Quel dibattito che è unica garanzia di una scuola veramente a misura di studente.
Riappropriandoci dei nostri spazi non stiamo solo protestando contro l’ennesima riforma che non tocca le reali esigenze di un sistema scolastico già alla deriva, ma proponiamo un modello di scuola complementare alla didattica ordinaria, basato sulla partecipazione democratica e attiva, su modelli di socialità e di confronto che partano dal basso e che costituiscano una comunità frenetica, cosciente, orizzontale e aperta.
Il governo aveva lanciato negli ultimi mesi delle consultazioni di facciata, online e a crocette, mostrando indifferenza verso le critiche provenienti dalle piazze e dagli istituti. Le consultazioni sono finite il 15 Novembre e noi insieme a tutti gli studenti medi romani vogliamo rivendicare che le consultazioni sono nelle scuole, sono con chi i disagi li vive quotidianamente sulla propria pelle, e vogliamo lanciare forte e chiaro il messaggio, contro quella subdola retorica, che LE VERE CONSULTAZIONI INIZIANO ORA!
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