Chi pensava che l’inchiesta della magistratura avesse risolto il problema, mandando dentro tutti i protagonisti di “mafia capitale” dovrà ora rifarsi i conti e tener presente che molti soggetti non sono stati ancora indivduati.
Stanotte, nel quartiere della Bufalotta, è stato appicato un incendio alla sede del Pd di “proprietà” di Mirko Coratti,
ex presidente dell’Assemblea capitolina indagato nell’inchiesta su Mafia Capitale e autosospeso dal Partito. La sua dominanza sulla zona era così forte da ritenere normale che una sede politica portasse direttamente il suo nome: “
Pd-ufficio politico di Mirko Coratti”. come recita ancora l’insegna bruciacchiata dopo l’esplosione, avvenuta intorno alle 3.40 della notte. Danni alle suppellettili, come avviene in questi casi (sedie, tavoli, materiale propagandistico, ecc) ed anche ai locali intorno (sono andate in frantumi le vetrine di un bar).
Nessun danno a persone, vista l’ora e il “mezzo” scelto. Ma l’azione incendiaria dovrebbe con molte probabilità essere interpretata come “un messaggio” inviato allo stesso Mirko Coratti. Un messaggio porveniente dal suo mondo, nell’intersezione tra il lato criminale del “mondo di mezzo” e quello “politico amministrativo”. Insomma: un avvertimento in classico stile mafioso a un personaggio ex potente, che molto sa e molto potrebbe dire su come è diventata Roma sotto il “volemose bene” che ha visto d’amore e d’accordo Alemanno, il clan Marroni, Carminati, Buzzi, Coratti e tanti altri bei personaggi. Immortalati anche in foto…
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