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Lazio. Sui rifiuti si cambia?

Con l’approvazione in Giunta del Piano 2015-2016 della Raccolta differenziata, scatta la terza fase del progetto Roma Capitale-Ama-Conai che estende il nuovo modello di raccolta differenziata a tutta la città, arrivando a coinvolgere 1 milione 800 mila cittadini.

Sempre secondo il Piano l’estensione agli ultimi cinque Municipi (I, II, V, VII e XV), sarà completato entro il biennio 15-16; alla fine del 2016 il servizio “porta a porta” arriverà a servire circa il 50% della popolazione, mentre il restante 50% utilizzerà il sistema stradale con le campane verdi per il vetro e i diversi cassonetti per le altre frazioni di rifiuti.

Il Piano di Sviluppo per la differenziata ha modificato il precedente sistema di trattamento dei rifiuti, puntando sull’applicazione di due soli modelli di raccolta dei rifiuti in tutta la città: il domiciliare/condominiale (cosiddetto “porta a porta”) e la raccolta stradale, opportunamente riorganizzata. In entrambi i casi, la raccolta differenziata viene effettuata separando le 5 frazioni di rifiuto: organico; contenitori in vetro; carta e cartone; multi-materiale “leggero” (contenitori in plastica e metallo); materiali non riciclabili.

Purtroppo proseguire sulla strada dell’utilizzo della raccolta stradale, oltre al danno sul decoro urbano con strade invase dai rifiuti, spesso accatastati intorno ai cassonetti stracolmi, non garantisce la qualità del rifiuto per il suo valido recupero, in un ottica di riciclo totale della materia, diventano purtroppo risorsa per il recupero energetico, nuova frontiera di speculazione e di profitto per le solite grandi aziende e un buon affare anche per amministrazioni pubbliche e piccoli e/o improvvisati imprenditori.

La classe politica dovrebbe essere più lungimirante puntando principalmente sulla riduzione, riuso e riciclo del rifiuto, con cui tra l’altro si potrebbero creare nuovi posti di lavoro nelle filiere del recupero delle materie prime dai rifiuti differenziati.

Serve principalmente la realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva, partendo da una raccolta differenziata porta a porta, spinta, in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%,

Naturalmente bisogna anche incentivare il comportamento virtuoso dei cittadini con l’introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili, oltre quello dell’erogazione di sconti da utilizzare per gli acquisti tramite gli esercizi commerciali di zona.

Il sistema “porta-a-porta” è il più efficace per ottenere alti valori di differenziazione, consentendo un maggiore recupero di risorse (carta, vetro, alluminio, plastica, ecc.), da avviare al riciclo e quindi al riutilizzo, riducendo significativamente la quantità dei rifiuti destinati alle discariche o alla termovalorizzazione. Ridurre od eliminare le isole ecologiche (batterie di cassonetti) significa arginare il problema dell’abbandono abusivo dei rifiuti, oltre che un deprecabile atteggiamento d’inciviltà.

* Consiglio Metropolitano Partecipato

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