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Catania. La Digos interviene all’Archimede occupato

Dopo ore di disordini e di attese asfissianti, ufficializziamo che l’Archimede è in stato di occupazione.
Dopo aver acceduto ai locali scolastici, la polizia è intervenuta nel cortile della scuola scavalcando la cancellata e subito dopo ha buttato fuori alcune persone, identificandole e dando anche qualche sberla gratuita.
Gli studenti si sono barricati dentro, e dopo diverse decine di minuti di minacce tra le guardie entrate e gli studenti barricati, i primi se ne sono andati. La situazione si è normalizzata. Ora gli studenti, dall’interno dell’istituto, dichiarano la scuola occupata: contestano tutto, perché il sistema è marcio dalle sue fondamenta. Non sono più disposti a stare in strutture pericolanti, regolate da un sistema scolastico obsoleto, inutile, nozionistico, aziendalistico, in mano ai privati, privo di spazi e di libertà d’espressione.
Gli studenti si oppongono, oggi più che mai, ad un sistema che non va più bene in toto, dalle sue basi.
Non si tratta più di un governo o un altro: qui si contesta tutto, e lo si fa con determinazione. Ci si oppone alla Buona Scuola, alle guerre, al militarismo e alle sue spesi folli. Ci si oppone ad un’idea di politica contorta in cui le parole “sicurezza” e “controllo “si traducono in “repressione” ed “oppressione”; in cui i servizi sociali, le case, le scuole, il lavoro, non esistono nella mente di chi quell’idea di politica la partorisce. 
L’unico “”terrore”” che abbiamo, proprio per rimanere in tema, è rappresentato dall’idea di trascorrere la nostra esistenza in un mondo in cui le ricchezze e il potere decisionale appartengano ad una sparuta minoranza; l’unico “terrore” che abbiamo è l’idea di un mondo in cui uccidere per gli interessi economici dei soliti noti, far morire di fame e sottrarre dei diritti inamovibili sia legale, e in cui riappropriarsi del diritto di dissentire e vivere i propri spazi non lo sia; l’unico “terrore” è quello di non essere protagonisti delle nostre sorti, ma spettatori passivi di un declino che la nostra società sta vivendo sulla propria pelle; un presente vissuto da numeri e non da persone, e un futuro di precariato. Ecco i nostri unici timori. La repressione del dissenso sta colpendo gli studenti di tutta Italia, e lo sta facendo in modo aggressivo, fulmineo e deciso. I presidi contattano privatamente docenti, alunni e genitori per condizionarli e ricattarli, diffondendo timori e paure verso chi non voglia inchinarsi al pensiero unico. Nella scuola governata dalle nostre istituzioni i docenti, anch’essi vittime di questo sistema, si schierano contro di noi per il timore di subire ritorsioni dalla dirigenza, e venendo meno alla loro missione di educatori, umanisti e professori. La polizia utilizza la violenza e il terrorismo psicologico. E’ questa la realtà dei fatti. Ad uno Stato di polizia rispondiamo con forza e coesione che non ci avranno mai passivi e timorosi di esprimere tutta la nostra indignazione, adottando le pratiche che riteniamo più opportune, e legittime, per far sentire la nostra voce e proporre le nostre alternative. Proveniamo da un’occupazione che l’anno scorso ha fruttato uno sgombero di massa, delle denunce e dei processi ai quali saremo soggetti: al vostro terrorismo psicologico e alla vostra repressione del dissenso rispondiamo con una lotta inarrestabile. Non un passo indietro.

Gli studenti dell’Archimede occupata

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