Non si era mai visto, in città, neanche ai tempi delle grandi contestazioni giovanili. Però i soldi sono soldi, e le truffe sono truffe. Così stamattina i correntisti truffati da Banca Etruria si sono presentati davanti alla sede della “banca degli orafi”.
E non è stata una protesta tranquilla. Sono volati pugni contro i vetri (blindati) della sede centrale dell’istituto fino a poco tempo fa presieduto da Lorenzo Rosi, con vice Pier Luigi Boschi, padre della ministra glamour, e ora commissariato dalla Banca d’Italia.
Il grido che s’alza dalla piazza (“Ladri, ladri”) è naturalmente rivolto ai vecchi amministratori, quelli che hanno letteralmente saccheggiato i conti sapendo benissimo che stavano per fallire.
E’ seguito anche un tentativo di irruzione nella banca, quando un gruppo di manifestanti è riuscito a forzare uno degli ingressi ed entrare nell’atrio. Polizia e vigili urbani sono stati inviati in massa per proteggere la banca. Parlare di “crisi di fiducia” nel sistema bancario, a questo punto, è davvero un eufemismo.
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