Ennesima proroga per la discarica di Malagrotta. La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha infatti firmato un’ordinanza di proroga di 6 mesi. Nello stesso documento viene indicata la località ‘Pizzo del prete’ a Fiumicino, comune limitrofo a Roma, come area alternativa, preferibilmente idonea per il ciclo integrato dei rifiuti. Positivo il commento del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ha apprezzato la decisione. Negativo, invece il parere, di quattordici consiglieri comunali e tre assessori Pdl, che si sono autosospesi, in segno di protesta. La decisione della Polverini rischia non solo di creare una crisi politica all’interno della giunta Canapini ma soprattutto di scatenare forti proteste dei cittadini, già scesi in piazza sabato a Fiumicino contro l’ipotesi di costruire una discarica e un inceneritore a Pizzo del Prete. Alle centinaia di abitanti che hanno occupato l’Aurelia, si sono uniti anche numerosi allevatori, preoccupati dall’inquinamento che investirebbe il bestiame e la relativa produzione. Maria Sole Agnelli, titolare di un’azienda agricola nell’area interessata, esprime le sue preoccupazioni: “la regione sottovaluta l’impatto dirompente di un simile impianto sulle vicine zone agricole” e alla Polverini che aveva sottolineato come il nuovo impianto porterà tecnologia e posti di lavoro risponde: “I posti di lavoro che si perderanno nei campi non vengono calcolati. E la nostra salute, e il costo delle case? Le conseguenze di un impianto così saranno drammatiche”. Anche perchè bisogna ricordare alla Governatrice il pericolo diossina prodotta dall’inceneritore in una zona in cui sorge l’ospedale Bambin Gesù. Anche Riano, comune in provincia di Roma, è sul piede di guerra, a causa di una possibile costruzione di una mini discarica in quell’area.
La situazione rifiuti resta difficile nel Lazio. In settimana si è rischiato il blocco degli impianti e il clamoroso stop delle attività da parte delle aziende private impegnate nel settore, creditrici dei Comuni. Un blocco già vissuto a Pomezia, che due settimane fa è stata sommersa dai rifiuti per alcuni giorni. L’ultimatum di Federlazio, che raccoglie i principali operatori privati del settore, ha prodotto un parziale pagamento degli arretrati scongiurando il blocco delle attività. La partita in campo non riguarda solo l’indebitamento ma anche i costi del conferimento di rifiuti in discarica. Il costo per conferire a Malagrotta, ad esempio, è di 72 euro a tonnellata a carico del comune di Roma ma secondo il Colari e gli altri operatori il costo deve essere rivisto al rialzo.
L’unica soluzione al problema rifiuti nel Lazio sarebbe la differenziata: piu si differenzia e meno si porta in discarica, dunque si riducono i costi. L’obiettivo fissato dalla legge è del 65% entro il 2012 ma a Roma la differenziata non supera il 20%.
Il comunicato del Comitato Rifiuti Zero di Fiumicino
L’assemblea del 4 giugno ha convocato una nuova manifestazione del Comitato Rifiuti Zero Fiumicino nella giornata di sabato 9 luglio in località Torrimpietra adiacenza via Aurelia in risposta all’ordinanza di Polverini con cui si individua Palidoro come la nuova Malagrotta.
Nel ribadire lo stato di mobilitazione permanente dei cittadini di Fiumicino – Cerveteri – Ladispoli – Anguillara – Bracciano, che subirebbero i nefasti effetti dalla ipotizzata discarica di Palidoro e dell’annunciato inceneritore di Castel Campanile, facciamo appello a tutte le realtà territoriali ancora poco sensibili al disastro progettato da Alemanno e Polverini e reso possibile dalla giunta Canapini già dal 2008.
In particolare facciamo appello ai cittadini di Roma, che sono i produttori delle 1.500 tonnellate annue di rifiuti indifferenziati che arriverebbero a Palidoro, e che subiscono gli effetti della mancata volontà politica di passare dal “sotterrare mondezza” al “produrre materia riciclata” di giunte comunali opposte succedutesi nel tempo.
Solo l’inversione del ciclo industriale dei rifiuti laziali e romani in particolare può risolvere la situazione di prossima emergenza, determinata dall’inerzia delle istituzioni locali in materia di avvio della raccolta differenziata porta a porta estesa e spinta in tutto il Lazio e di mancata realizzazione di impianti di riciclo e compostaggio.
La perpetuazione del ciclo industriale cassonetto-discarica-inceneritore è chiaramente funzionale ad una gestione disastrosa, come testimonia la discarica di Malagrotta e tutti i siti laziali oggi esauriti, che avvantaggia un pugno di industriali barattandola con la salubrità del territorio e dei cittadini, la prosecuzione delle attività agricole biologiche, il dimezzamento del valore immobiliare delle case ed il declino annunciato di un pezzo pregiato di campagna e di litorale storico romano.
L’alternativa oggi esiste e si chiama Rifiuti Zero, significando la strategia che partendo dalla riduzione arriva al riuso, al riciclo ed al recupero di materie prime come carta – plastiche – metallo –vetro di cui abbiamo estremo bisogno, e che può sviluppare una nuova filiera industriale che parte da materie prime-seconde che costano dieci volte meno, impiegano venti volte l’occupazione locale, , utilizzano tecnologie meccanica ad Impatto Zero, e possono davvero riavviare una competizione economica con i mercati orientali e ridare lavoro e dignità alle nuove generazioni strappandole al destino di precarietà.
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