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Roma in ‘croce per la monnezza’. Comitati e lavoratori in piazza

La questioni rifiuti continua a tenere banco, e approda di nuovo nel centro della Capitale. Domani infatti i comitati attivi in tutta la Regione scenderanno in piazza oggi alle 14.30 a Roma, in Piazza Bocca della Verità, dove daranno vita ad un presidio per dire l’ennesimo «no alle discariche, agli inceneritori” e per ribadire che l’unica soluzione all’emergenza è rappresentata dalla differenziata porta a porta. «Auspichiamo la presenza – informa il Coordinamento Rifiuti Zero del Lazio- di tutte le altre realtà politiche che speriamo sposino e supportino le nostre posizioni all’interno delle opportune sedi istituzionali. (…) Sarà issata in piazza la ‘croce della monnezza’, a simboleggiare il calvario dei cittadini e dei territori vittime delle scelte irresponsabili di politici e amministratori. Sulla croce ci sarà un cittadino, o meglio uno Zero, poiché è così che si sentono i cittadini inascoltati e vilipesi dalle decisioni e dalle soluzioni proposte da chi ci governa. La croce sarà itinerante ed ospitata in tutti territori interessati dalle vertenze rifiuti. In questo modo – conclude il Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio – diamo il via domani alla Rivolta degli Zero»

Al presidio hanno finora aderito, oltre a numerose forze politiche della sinistra, anche decine di comitati, associazioni e coordinamenti esistenti nei vari territori coinvolti nella mobilitazione: Roma, Riano, Corcolle, Albano, Malagrotta, Bracciano, Cerveteri, Fiumicino, Ladispoli.

Dalla capitale arriva l’adesione del ‘Coordinamento Rifiuti Zero per Roma’: “Da 30 anni tutte le Giunte di Roma e del Lazio hanno fatto versare nella mega discarica di Malagrotta, 50 milioni di tonnellate di rifiuti indifferenziati, riempiendo le tasche del monopolista privato Cerroni per 1,2 miliardi. In cambio i cittadini romani pagano una salatissima bolletta e vengono continuamente esposti a gravi pericoli per la loro salute”. “Irresponsabilmente gli amministratori regionali e la Polverini – denuncia il Coordinamento Romano – si sono sfilati, mettendo nelle mani di una sola persona, il commissario Pecoraro, le scelte di come uscire dalla decretata emergenza rifiuti. L’esordio è stato quello di continuare sulla strada sbagliata, localizzando tre nuovi siti per altrettante discariche: Riano, Corcolle e Fiumicino. Le migliaia di cittadini che si sono mobilitati, dimostrano che non è più tempo di scelte verticiste, ma inversamente, di ascoltare le comunità locali, aprendo un percorso partecipativo democratico. Invece di chiudere, monitorare e bonificare l’area della discarica di Malagrotta si rischia una ulteriore proroga e di allargare ai siti di Monti dell’Ortaccio e di Testa di Cane le discariche e gli inceneritori sempre e unicamente di proprietà del “re della monnezza” Cerroni (…) condannato in maniera definitiva per malagestione per ben due volte (2006 e 2007)”.

Contro la gestione autoritaria e irrazionale di un’emergenza rifiuti perenne si mobilita anche il sindacalismo indipendente. Secondo l’Unione Sindacale di Base il piano rifiuti della Regione “non solo è dannoso per i territori coinvolti ma riverbera i suoi effetti anche sul mondo del lavoro nella capitale. Mentre AMA non investe, tenta una forma light di raccolta differenziata e licenzia i precari, Alemanno, in barba al risultato del referendum, cerca di capire come privatizzare l’azienda pubblica dopo anni di abbraccio mortifero con Cerroni e la sua discarica a Malagrotta. Da questo panorama sorge la fondata preoccupazione che si stia aspettando una “emergenza immondizia” anche nella capitale d’Italia, per poter chiedere ulteriori poteri speciali e zittire così la contestazione dei cittadini”.

Per l’USB “servono investimenti a lungo termine, che solo l’Amministrazione Pubblica è in grado di fare, per invertire il processo e imboccare la politica dei rifiuti zero, ovvero la riduzione della soglia dei rifiuti non riciclabili al minimo fisiologico”.

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