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No Tav… anche a Bologna

Se a Torino, sui monti della Val di Susa, la battaglia per la difesa del territorio va avanti a Bologna la questione costruzione TAV sembra chiusa già da un pò.
L’appalto Tav da 300 milioni di euro è stato bandito da Italfer per la costruzione della stazione sotterranea ad alta velocità nella zona della stazione centrale di Bologna.
Astaldi,  la sola impresa ad aver partecipato alla gara, si è aggiudicata l’appalto ottenendo un ribasso del 4% sull’importo base dell’asta.
Il progetto della Ferrovia Bologna-Firenze prevede il quadruplicamento, ad alta velocità, della rete e del sistema ferroviario. In origine FIAT S.p.A., che è stata nominata general contractor dalla società concessionaria T.A.V. – Treno Alta Velocità S.p.A., ha affidato al Consorzio CAVET la realizzazione della tratta Bologna-Firenze.
I cantieri sono aperti da anni e già hanno provocato ingenti disagi ai cittadini che vivono e lavorano nei pressi della stazione ferroviaria da sempre nodo strategico dell’Italia.
Evacuazioni , palazzi resi inagibili dai lavori, crepe grosse una mano,crolli di gallerie con voragini all’interno del cantiere (una buca di 15 metri di diametro profonda 3), rumori 24 ore su 24,interpellanze al Consiglio Regionale (M5S) e persino una parlamentare al Governo Berlusconi(Lega Nord), un’indagine collegata con 42 indagati e un “bolognese” ai domiciliari, Marco Mazzanti, addetto alla direzione tecnica di Trenitalia di Bologna, che secondo il Gip Giovanni Perini avrebbe avuto un ruolo più importante rispetto agli altri indagati. Su 26 richieste totali di custodia cautelare in carcere il Giudice Monti ne ha applicate 7 ai domiciliari, Mazzanti compreso.
 Ed infine un aumento spropositato delle polveri sottili PM10 nell’aria con sforamenti ripetuti.
Proprio su quest’ultimo grave danno per la salute dei cittadini che può provocare tumori e malattie respiratorie gravi, i dati della centralina ARPA in via Carracci sono cristallini; nell’area del cantiere TAV l’aria è peggiore di quella del centro cittadino.
Se in via San Felice (centro) nel 2008 gli sforamenti delle PM10 sono stati 68 in via Carracci, nello stesso periodo, sono stati 172 e i dati appena usciti di Legambiente dicono che  nei primi novanta giorni dell’anno (dal 2009 al 2011), sono sempre stati raggiunti i 30 superamenti del limite di 50 ug/m3 di PM10 come media giornaliera.
Questo significa *un giorno di sforamento ogni tre*.
Nonostante i valori di pm10 siano soggetti a variazioni a seconda della piovosità e delle temperature esterne, dal 2009 al 2011 non si notano sostanziali miglioramenti della qualità dell’aria, ma anzi un peggioramento.
Le ferrovie dopo la transazione del 2006-2007 sui danni subiti dai residenti e dalle attività economiche ( risarcimento di appena 225 €  metro quadro) non ne vuol sapere di confrontarsi con i cittadini, anche se quell’accordo era stato siglato in vista della previsione della fine dei lavori per il 2008, siamo al 2011 ed è stata chiesta una proroga fino al 2014.
Dalla Procura della Repubblica di Bologna ,che si doveva occupare del’indagine, non è giunto nulla mentre l’indagine epidemiologica ,chiesta ed ottenuta dal Quartiere, è ancora in alto mare e i risultati ci saranno solo tra qualche anno.
Di questa situazione sono anche vittime i lavoratori del Nuovo stabile del Comune di Bologna, in Piazza Liber Paradisus, che già nella  trascorsa estate hanno subito uno sgombero ed il fermo dell’edificio per “Legionella”(vedi nostro articolo……) Da parte del Sindacato di Base USB è partito subito un esposto a tutela della salute di tutti i lavoratori ma dalla Procura della Repubblica non è giunta nessuna risposta.
Anche la politica cittadina , durante le elezioni , si è preoccupata della questione cercando di dare rassicurazioni al comitato ,in primis Amelia Frascaroli che dichiarò: “Il Comune deve aiutare queste persone, diventare la loro voce; chiederò al Sindaco di occuparsi della questione nei primi 100 giorni” . Ne sono passati 180 e non è giunto niente da Palazzo d’Accursio,nè sostegno politico, nè morale; d’altronde gli interessi in campo sono chiaramente contrastanti, da una parte la cittadinanza che vive è produce sul territorio (il quartiere è ad alta densità operaia e il tessuto lavorativo è formato da operai,artigiani,piccoli commercianti,precari e impiegati del terziario) dall’altra imprese e cooperative di costruzioni edilizie a respiro nazionale ed internazionale e vari satelliti che girano attorno( a volte nell’ombra).
 La giunta a guida PD,SEL e IDV (con l’appoggio esterno anche di movimenti politici come il centro sociale TPO) si trova a mediare pilatescamente l’esasperazione dei cittadini non intervenendo,fin ad ora, nei confronti delle ditte che non stanno rispettando gli accordi.
Esasperati dalla situazione ,abbandonati dalle Istituzioni e dalla politica circa 750 nuclei familiari hanno deciso di denunciare RFI ed ASTALDI (la ditta che sta compiendo i lavori, o almeno quella appaltatrice che dirama  sottoappalti a ditte minori); la richiesta è di circa 50mila euro a persona per un totale di circa 25 milioni di euro.
 Il 7 novembre del 2010 il Giudice Elisabetta Candidi Tommasi ha dato ragione alle 159 famiglie della prima tranche  di via Carracci che nel gennaio dell’ anno scorso avviarono una causa proprio contro Rfi e l’ Astaldi, che non hanno adottato le misure necessarie a limitare il proliferare delle polveri; nella sentenza si enuncia anche che la pubblica amministrazione ha omesso l’ adeguata vigilanza. Inoltre si lamenta un eccesso di inquinamento nella strada e, più in generale, nella zona della Bolognina.
Ma il problema si complica visto che ,come ha sostenuto l’Avvocato Nicola Giudice davanti all’assemblea che venerdi 18 novembre 2011 ha riempito con circa 300 persone il Centro Sociale Anziani “Katia Bertasi” (uno dei più attivi nel sociale in città),il Tribunale Amministrativo ha passato il cerino al TAR;  “non mi era mai successo- continua Giudice- di vedere due membri della stessa sezione penale dare due versioni contrapposte alla stessa causa”.
Ma il portavoce del Comitato NO TAV di Via Carracci, Dino Schiavoni, non intende piegarsi: “questa è una guerra contro personaggi che se ne fregano altamente della salute di noi cittadini che stiamo pagando in termini economici e vitali il prezzo più alto; i poteri che si stanno toccando non sono così remissivi e faranno di tutto per metterci da parte, ma noi continuiamo e ci schieriamo al fianco del nostro avvocato, c’è bisogno di essere tutti uniti per portare avanti la battaglia,non passeremo in cavalleria, Mai!”
Se alla Cassazione daranno l’ok i gradi di giudizio potrebbero essere tre e quindi, i cittadini aspettano, fiduciosi,  sperando sempre che nel Neo Governo Monti non sopragiunga l’italico conflitto di interessi visto che vi siedono un ex amministratore di ASTALDI (il Ministro Gnudi) e un ex amministratore della ditta che produce le carrozze ferroviarie per il treno TAV (il Ministro alle strutture Passera), ma queste cose si sà in Italia non succedono.

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