Una pregevole inchiesta condotta da Report, l’unica trasmissione Rai che si occupi di “andare a vedere”, illumina su due cose: una è il rischio per la salute connesso all’uso intensivo (ovvero “normale e quotidiano” di telefoni celllulari e cordless). Su cui potete leggere qui di seguito la sbobinatura in pdf.
Il secondo, ancora più gravido di conseguenze, riguarda i meccanismi di finanziamento della ricerca. La riduzione costante delle somme di denaro pubblico stanziate porta con sé l’apertura ai finanziamenti privati. I quali, come si comprende benissimo rileggendo il testo, pretendono di condizionare i risultati della ricerca a vantaggio dei finanziatori.
Fin qui siamo nella “ovvietà”.
I salto di qualità è rappresentato dal fatto che oggi – è il caso dei costruttori e dei gestori di telefonia – questo condizionamento arriva direttamente dentro i circuiti scientifici incaricati – per esempio dall’Onu – di condurre le ricerche sulla possibile dannosità di certe tecnologie. Non in modo “diretto” e volgare, ma indiretto e molto sofisticato. Per esempio, hanno smesso di condurre ricerche in prima persona – che poi avrebbero dovuto nascondere se i risultati, com’è scontato, fossero stati negativi per i loro interessi commerciali – in modo da non ripetere l’errore fatto decenni fa dalle multinazionali del tabacco, che hanno poi dovuto risarcire per quasi 200 miliardi di dollari quanti hanno fatto loro causa. Avevano infatti tenuto nei cassetti irisultati delle loro stesse ricerche che dimostravano un legame diretto tra fumo e insorgenza di tumori al polmone.
Quando diciamo che le privatizzazioni sono un disegno criminale e criminogeno, insomma, diciamo soltanto la verità. In forma forse troppo sintetica, ma documentata e ulteriormente documentabile.
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