Pubblichiamo un commento all’inchiesta sulla Tav in Toscana dell’Associazione “Idra” che da anni, spesso in solitudine con un fortissimo ostracismo bipartisan, ha condotto una decisa battaglia e denunce sistematiche sulle devastazioni e le connessioni dell’Alta Velocità a Firenze.
Inchiesta della Procura di Firenze. Forse Firenze è salva. Forse l’Italia respira.
Se le cose stano davvero così, ancora una volta la realtà degli affari made in Italy super la fantasia: saremmo di fronte al gotha del peggio!
Se le cose stanno davvero così, le carte disvelerebbero un’osmosi perversa, poco meno che terrificante, fra potere politico, committenza pubblica, appaltatori privati e criminalità organizzata.
Se le cose stanno davvero così, allora ringraziamo i magistrati fiorentini perché questa volta hanno potuto anticipare brillantemente il danno (la vicenda della TAV in Mugello si è conclusa invece col danno irreversibile alle falde e la beffa delle prescrizioni per decorrenza dei termini). Forse Firenze è salva! Forse la legalità potrà tornare ad avere cittadinanza in Italia e cominciare finalmente a coniugarsi con la giustizia sociale e col diritto al futuro delle giovani generazioni. Un bel tema concreto da discutere nel dibattito pubblico, questo, e al tempo stesso un simbolo pregnante di ciò di cui la politica con la P maiuscola – e i media – dovrebbero forse iniziare ad occuparsi. Altro che Berlusconi vs Monti vs Bersani! Se sotto il coperchio sollevato dalla magistratura fiorentina c’è davvero il coacervo solidale di interessi che tutta la storia pregressa della TAV comunque documenta (grazie anche alla peculiarissima architettura finanziaria che la caratterizza), allora è ben altra la posta in palio: è in gioco non solo il buon governo della cosa pubblica, ma la stessa sostanza della democrazia!
Se, dopo tutte le vicende documentate nel procedimento penale per i danni ambientali irreversibili registrati fra la rossa Firenze e la rossa Bologna, ci si permette di continuare a progettare il sottoattraversamento niente meno che della città patrimonio mondiale dell’UNESCO nel modo descritto dalle carte dei magistrati inquirenti, allora è d’obbligo verificare tutta l’impalcatura TAV nel nostro Paese, sia in direzione retroattiva (pensiamo per esempio alla sicurezza dei 60 km di tunnel appenninico sprovvisti di galleria parallela di soccorso) sia in direzione dei progetti fortissimamente voluti da questo come dai passati governi, a danno oggettivo dei servizi ferroviari a disposizione della stragrande maggioranza (pendolare) della popolazione. Mentre anche solo per poche decine di chilometri, come quelle fra il capoluogo toscano e quello emiliano, scompaiono quasi del tutto i servizi intercity, con grave danno per le tasche dei contribuenti e per il diritto alla scelta fra opzioni e tariffe diversificate. Neppure il Capo dello Stato, ci risulta, ha mai manifestato un qualche disappunto di fronte a questa manifesta ingiustizia: e non ha mancato invece di benedire la TAV, pretesa “metropolitana veloce d’Italia”!
Quanto all’auspicio, formulato dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti “che sia fatta al più presto chiarezza sulla vicenda della Tav di Firenze, un’opera strategica a livello territoriale e nazionale”, Idra ribadisce che, piuttosto che di un’opera strategica, si tratta qui invece di un danno strategico, sia a livello territoriale – perché minaccia di mettere a repentaglio una città preziosa al mondo – sia nazionale, per il danno erariale che potrà derivarne, dopo quello acclarato per la TAV in Mugello dalla sentenza emessa lo scorso 31 maggio 2012 dalla Corte dei conti a carico di ex membri di giunte della Regione Toscana dal 1990 al 2000, compresi gli ex presidenti Vannino Chiti (oggi vice presidente del Senato) e Claudio Martini, usciti indenni «per intervenuta prescrizione dell’azione risarcitoria». Errare (ammessa e non concessa l’involontarietà) è umano: perseverare è diabolico!
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