La sincerità, in queste cose, è un problema. Quindi il ministro ha insistito molto su due punti: il progetto della Torino-Lione «risolve molti dei problemi del territorio, non consuma ambiente e crea lavoro». Anche un analfabeta, ormai, dovrebbe aver capito che la seconda condizione è parzialmente vera (ma interessa le grandi aziende costruttrici, non certo la popolazione locale, nemmeno come indotto), mentre la prima è semplicemente un falso clamoroso, passibile probabilmente di denuncia penale, visto che impegna un ministro in carica.
Presentando il progetto definitivo della parte italiana della contestata Tav (approvato dalla società responsabile dell’opera Ltf), ha messo la parola fine a oltre vent’anni di progetti. Le risorse “garantite” ammontano a quasi 3 miliardi di euro fino al 2029, ma si sa che le infrastrutture partono con un budget che poi si gonfia impcabilmente mese dopo mese.
Ma a Passera non bastava annunciare il via, doveva dare una patina di grandiosità a una cosa inutile e dannosa. E quindi non ha lesinato iperboli. «Siamo quasi riusciti a fare un miracolo», ha detto. Era il 1990 quando iniziarono i contatti tra Italia e Francia e da allora, fino al 2001, si svolsero sei vertici per l’avvio del progetto. Dopodichè un’odissea di passaggi, dal primo progetto preliminare del 2002, all’istituzione dell’Osservatorio Torino-Lione nel 2006, fino all’inizio del progetto definitivo e l’accordo italo-francese nel 2012.
Oggi – ammette il ministro – il progetto «è molto diverso da quello di tanti anni fa, che aveva delle criticità». Adesso invece l’opera «mette l’Italia e la Val Susa al centro delle infrastrutture europee: mancava proprio questo pezzetto per collegare gli assi orizzontali e verticali dei corridoi europei». E’ totalmente falso, ma non si può pretendere troppo….
Nonostante la contestazione feroce da parte degli abitanti del territorio che dovrà essere sconvolto, Passera ha spiegato invece che l’Osservatorio Torino-Lione si è riunito per 204 volte da fine 2006 ad oggi (sarebbe interessante sapere a quanto ammontava il gettone di presenza), definendolo un modello per il confronto con le comunità locali!!!
«Se certi coinvolgimenti del territorio fossero stati fatti meglio dall’inizio, certi errori si sarebbero potuti evitare», ha osservato Passera, evidentemente non informato di quel che tutta Europa sa. Che quest’opera non ha il gradimento di nessun abitante.
Al vice ministro Mario Ciaccia, pertanto, non è rimasto che da sottolineare che il percorso ormai è «irreversibilè: »non ci sono temi che possano rendere reversibile un progetto ormai compiuto«. Nonostante siano stati “realizzati” solo alcuni metri di scavo.
INteressante anche un’altra ammissione: resta da confermare “solo” il co-finanziamento europeo al 40%, su cui verrà deciso nelle prossime settimane. Se per motivi di bilancio europeo, su cui in questo momento c’è forte scontro a Bruxelles a causa delle richieste di molti paesi importanti (a cominciare dalla Gran Bretagna di Cameron) di ridurre l’entità del bilancio stesso, dovesse venire a mancare – o a ridursi fortemente – il co-finanziamento, ci sarebbe da ridere…
Dopo l’ok della Ltf, i documenti saranno esaminati dalle commissioni della cig Italia-Francia, poi saranno sottoposte alla Via (Valutazione di impatto ambientale) ed, infine, all’approvazione del Cipe, prevista per il prossimo autunno.
L’ultimazione dei lavori, secondo il “cronoprogramma” illustrato ieri, è prevista nel 2023.
Segue la lista delle dichiarazioni da parte dei politici locali, che andranno registrate solo per ricordarsi sempre di chi è stato complice di questa follia.
Ad esempio. “Soddisfatto” il governatore del Piemonte, il leghista Roberto Cota, che vede nella Tav una »grande occasione« per la Val di Susa e non contro: oggi il progetto »tiene veramente conto delle esigenze del territorio«, ha detto Cota, ribadendo il proprio impegno per supportare la Valle.
Una disponibilità in questo senso è stata espressa anche dai ministri Passera e Anna Maria Cancellieri, che infatti hanno incontrato due sindaci oggetto nei giorni scorsi di lettere minatorie per portare la loro solidarietà. Il ministro dell’interno ha assicurato loro che lo Stato non li lascerà soli, perchè la loro è una battaglia giusta». Il “supporto alla valle” vestità insomma le divise di qualche migliaio di “pecorella”….
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