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Attivisti No Tav contro il cantiere illegale: due arresti

Nuovo blitz  questa notte al cantiere-fortino per l’alta velocità di Maddalena di Chiomonte. Più di un centinaio di attivisti del movimento No Tav hanno infatti “assaltato” il cantiere all’altezza del varco 7, dove sono in costruzione le vasche che dovrebbero accogliere le acque provenienti dallo scavo del tunnel. Armati di mazze, cesoie e fuochi artificiali i manifestanti sono riusciti a tagliare la recinzione e ad entrare all’interno del cantiere dove hanno provato a sabotare alcune delle apparecchiature lasciate sul posto dalle aziende incaricate dello scavo. Gli attivisti avrebbero tentato di abbattere una torre-faro, mentre un quadro elettrico esterno alle recinzioni è stato incendiato interrompendo l’illuminazione nell’area e permettendo così agli attivisti di entrare all’interno del fortino.
Il Presidio Interforze – Polizia, Carabinieri, Finanza – è intervenuto duramente ed ha arrestato due manifestanti. Si tratta di Cristian Rivetti, di 33 anni e Emanuele Davi, di 41, entrambi residenti a Mattie nella bassa Val di Susa. I due attivisti sono accusati di danneggiamento aggravato e continuato in concorso e resistenza a pubblico ufficiale, e possesso di oggetti atti a offendere. La polizia li avrebbe trovati in possesso di caschetti protettivi, guanti da lavoro, mascherina da saldatore in plastica, occhiali da piscina, torce elettriche, maschere antigas, passamontagna, fionda, un sacchetto in tessuto di jeans contenente 133 pietre (applicato alla cintura di uno dei due), cesoie e una matassa di cavo elettrico.

L’azione è arrivata a due giorni dalla denuncia da parte dell’amministrazione comunale di Chiomonte del carattere illegale e abusivo della maggior parte delle recinzioni e del cantiere stesso, realizzate senza che la ditta franco-italiana Ltf abbia mai chiesto – e quindi ottenuto – le necessarie autorizzazioni. Il comune aveva chiesto l’abbattimento immediato delle recinzioni illegali, ma nessuna risposta è venuta nel frattempo né dall’impresa né dal governo.

“L’attacco in stile paramilitare di ieri notte al cantiere Tav di Chiomonte – commenta il parlamentare del PD Stefano Esposito – dovrebbe far riflettere quei politici, come Ingroia e Grillo, che appoggiano chi usa il contrasto a un’opera pubblica di interesse nazionale come la Torino-Lione, come pretesto per organizzare un conflitto sociale sempre più lontano dall’espressione legittima del dissenso, sancita dalla Costituzione e dalle leggi di un sistema democratico come il nostro, nato dalla Resistenza ma che va trasformandosi con il trascorrere del tempo e con l’incedere dei lavori nel cantiere, come un fenomeno ormai vicino all’eversione”. 

In mattinata ai due attivisti arrestati è giunta la solidarietà del Comitato di Lotta Popolare di Bussoleno:

“Il movimento non si arresta e, nella sua totalità, si assume la responsabilità dell’azione avvenuta nella serata di venerdì 8 febbraio scorso presso il cantiere Clarea. Un’azione che non è la prima e non sarà di certo l’ultima; una resistenza che continuerà finché rimarranno in piedi muri, reti e cantieri.
Per imporre una grande mala opera sempre più insostenibile, loro si preparano ad accrescere tecnologie di guerra e repressione ai danni della popolazione, delle finanze pubbliche e dei diritti reali.
Noi non ci faremo certo intimidire e, con la forza e la lucidità che ci vengono dalla consapevolezza di essere nel giusto, continueremo la lotta per la liberazione del territorio, delle nostre vite e del futuro di tutti.
Cristian ed Emanuele, nostri compagni valsusini, sono tutti noi. Denunciamo il loro fermo come l’ennesima vile intimidazione nei confronti della valle e del movimento NoTav, e ne pretendiamo l’immediata liberazione.

LIBERI TUTTI! LIBERI SUBITO! ORA E SEMPRE NOTAV!”

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