Era un sospetto forte, ora c’è la certezza: l’estrazione di petrolio o gas con la tecnica della fratturazione idraulica provoca terremoti. Lo ha accertato una ricerca scientifica condotta United States Geological Survey (Usgs), l’agenzia scientifica del governo degli Stati Uniti dedicata a territorio e ambiente. Dunque non ci saranno stavolta scienziatelli prezzolati dalle compagnie pronti a sostente il contrario o a seminare dubbi.
Del resto era difficile non accorgersi dell’aumento esponenziale di fenomeni tellurici in territori che mai avevano dato segnali del genere. Nel rapporto sonostate così identificate e mappate 17 regioni che hanno sperimentato terremoti di varia entità, guidate dall’Oklahoma.
ILcoordinatore della ricerca, Mark Petersen, ha spoiegato che «in Oklahoma c’erano uno o due terremoti di magnitudo pari o superiore a 3 all’anno, ora invece uno o due al giorno. Ora in Oklahoma ci sono più terremoti di quella magnitudo che in California». E continuando a estrarre petrolio in quel modo la situazione non può che peggioare. «Non dico che avremo una scossa di magnitudo 7 in Oklahoma – ha detto Petersen – ma non credo che si possa escludere».
Laddove invece l’estrazione è cessata la frequenza dei terremoti si è ridotta quasi a zero.
C’è indubbiamente una forte valenza simbolica in questa scoperta scientifica. Il fracking era stato infatti descritto come la soluzione dei problemi energetici per i decenni a venire. Ora appare come l’icona di un capitalismo in crisi che distrugge il mondo – dunque anche se stesso – pur di tener viva l’accumulazione e i profitti.
Il rapporto completo dell’Usgs: http://pubs.usgs.gov/of/2015/1070/pdf/ofr2015-1070.pdf
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