Qualche giorno fa la scoperta del ” più grande sito di smaltimento clandestino di rifiuti tossici” a Calvi Risorta, in provincia di Caserta, e oggi corteo contro il biocidio. Qui a Calvi. Già Cales. Uno dei luoghi prediletti di Annibale. In realtà la manifestazione ha obiettivi assolutamente concretissimi. Come l’impedimento dell’apertura del sito della Centrale a bio masse. Questo territorio ha di tutto bisogno meno che di una centrale di smaltimento rifiuti. E gli ultimi ritrovamenti stanno lì a dimostrarlo. Lo stress che la terra ha già subito è notevole.
E in effetti a venire qui a Calvi Risorta, territorio di 5000 anime, uscendo dall’autostrada a Capua e immergendosi nei sette km di tragitto, fatto di campi di coltivazione di frutta, di ulivi, frantoi, pianure e colline, paesaggi rilassanti e pannelli solari, viene da interrogarsi sulla follia che determina così tante e profonde ferite a una terra bellissima, di un sistema economico che spinge alla ricerca del profitto in maniera così parossistica da affidare a gruppi camorristi lo smaltimento dei rifiuti industriali tossici. Si questa terra ha già dato.
Così oggi l’Agro Caleno è terra di resistenza. E’ lo slogan della giornata d’altronde. Non siamo Terra dei Fuochi ma Terra di Resistenza.
Arrivati in piazza del paese a Calvi in realtà la situazione sembra essere depressiva. Neanche un migliaia al concentramento. Pensi che comunque è un piccolo paese, probabilmente gentrificato come tanti di questi tempi e poco propenso alla mobilitazione. Questi sono i numeri e cerchi di fartene una ragione. Invece dalla partenza in poi è tutto un ingrossarsi. La gente semplicemente esce di casa e si accoda al corteo. I numeri, per quanta importanza gli si possa dare, cambiano drasticamente.Le carrozzine, le mamme coi bambini, gli anziani. Adesso è tutto più semplice da interpretare.
D’altronde gli uomini e le donne, i ragazzi e le ragazze del Comitato per l’Agro Caleno questo territorio lo conoscono a menadito. Sanno di che pulsioni vive. Ne conoscono il battito. Gli abitanti di questo paese non vogliono la centrale per i rifiuti. E oggi scendono in piazza.
Il sound system del corteo invece è del Centro Sociale Tempo Rosso di Pignataro, comune vicinissimo a Calvi. Reggae,rap e raggamaffin più cover degli Stormy Six a risuonare per i vicoli del paese. Nelle discese per arrivare alla Casilina. A intervallare gli interventi al microfono. Che invitano nella prima parte gli abitanti del paese a uscire di casa. Ad unirsi alla protesta. Come poi effettivamente accade.
A proposito di centri sociali da segnalare quella dei ragazzi di Zero81 di Banchi Nuovi a Napoli, arrivati qui a sostenere una lotta che riguarda anche loro abitanti della metropoli. Nessuno può ritenersi escluso da una lotta di autodeterminazione.
Soprattutto quando tra le rivendicazioni vi è quella di bonifiche a controllo popolare. Si perchè non sempre, anzi quasi mai, le poche bonifiche effettuate hanno portato dei reali miglioramenti, ma semplicemente si è messo in moto un meccanismo di clientele in grado di assicurare guadagni facili per pochi e zero benefici per la collettività. Spesso le bonifiche si sono rilevate farlocche. D’altronde basta corrompere un certificatore e il gioco è fatto. Soldi pubblici facili da incassare. Invece le bonifiche, che sono assolutamente necessarie perchè questa terra merita davvero, possono anche diventare traino di sviluppo economico, posti di lavoro basati sulla qualità in quanto destinati a migliorare la vita della collettività. E’ questa la giusta prospettiva in uno scenario di lotta. Sono presenti, non a caso, anche gli attivisti di NO INCENERITORE di Giugliano, anche loro alle prese con analoghi problemi e anche loro loro convinti che le bonifiche debbano, a parte ovviamente risanare la terra, diventare un democratico e intelligente sistema di distribuzione di posti lavoro.
Lo urla forte al microfono Chiara Iodice, giovane e stimatissima attivista locale, instancabile nello spiegare i perchè della protesta e nel denunciare l’atteggiamento assurdo della Prefettura di Caserta che a tutt’oggi nega un incontro al Comitato per discutere sulle sorti della Centrale a bio-masse. La manifestazione termina infatti con l’occupazione della strada Casilina, via consolare romana che conduce diritta alla capitale. Qui fa la comparsa un gazebo e diverse tende. La polizia per adesso si tiene lontano. Aspettiamo notizie per le prossime ore. Ma uno sgombero della strada e il ripristino del traffico non sarà comunque cosa drammatica. Spiacevole si ma la lotta non si fermerà di certo. L’Agro Caleno antagonista esiste e farà la sua parte in commedia. La parte del ribelle appunto.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa