Alla fine sono arrivate. Si tratta di 47 richieste di rinvio a giudizio a seguito dell’inchiesta “Ambiente Svenduto”, relativa all’Ilva di Taranto. Il processo, che riguarda la più grande acciaieria italiana, è il risultato dell’inchiesta giudiziaria avviata il 26 luglio del 2012, e che portò il gip Patrizia Todisco a sequestrare senza facolta’ d’uso tutta l’area a caldo del gigantesco impianto siderurgico di Taranto – altiforni, acciaierie, cokerie, parchi minerali -, nonche’ ad effettuare i primi arresti, tra cui quelli dei proprietari dell’Ilva, la famiglia Riva, tra essi Emilio e Nicola Riva (il patron Emilio e’ poi morto nell’aprile 2014). L’accusa è quella di disastro colposo.
Dopo un anno di udienza preliminare e il tentativo della difesa di alcuni imputati di spostare il processo al tribunale Potenza (istanza però rigettata dalla Cassazione), il gup Gilli ha deciso il rinvio a giudizio dei 52 imputati. Il rinvio a giudizio riguarda, con imputazioni diverse, 44 persone fisiche e 3 società: la Riva Fire, la Riva Forni Elettrici e l’ Ilva. L’Ilva ha presentato istanza di patteggiamento che la Procura ha ritenuto non congrua ed ha respinto- Tra le persone fisiche rinviate a giudizio figurano Nicola e Fabio Riva (costituitosi solo un mese fa) e l’ex direttore del siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso,. Per loro c’è anche l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale. Ma tra gli imputati c’è anche il leader di Sel ed ex governatore della Puglia, Nichi Vendola, accusato di concussione aggravata per avere fatto pressioni sul direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato. Rinviato a giudizio anche il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno accusato di omissione di atti di ufficio. Nella lista figurano anche altri amministratori e funzionari pubblici e diversi dirigenti ed ex consulenti Ilva. La prima udienza del processo in Corte d’Assise si terra’ ora il 20 ottobre prossimo.
Intanto, sul piano industriale, i commissari Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba sono stati chiamati dal Parlamento ad esporre quale sara’, o potrebbe essere, il futuro dell’Ilva.
Per la fine dell’anno, viene indicata la costituzione di una newco per l’Ilva, mentre per il risanamento ambientale l’azienda, entro fine mese, dovra’ dimostrare di aver attuato l’80 per cento delle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) come previsto da specifico piano normato da un Dpcm di marzo 2014. E’ previsto che il 27 luglio l’Ilva invii la relazione sull’Aia al ministero dell’Ambiente mentre sui lavori saranno Ispra e Arpa Puglia a fare le verifiche.
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