In questi due mesi, dopo la inevitabile e coraggiosa rottura con Radio Rock, è stato un rincorrersi di voci, inviti, dichiarazioni di appoggio e nostalgia. Sui blog e sui profili facebook dei tre ex dj dell’emittente romana, diventata terra di nessuno, gli appelli a tornare a trasmettere – dopo i primi giorni di sgomento per l’accaduto – sono stati migliaia. Parecchie migliaia. Messaggi di sostegno – politico, artistico e umano – e anche vere e proprie dichiarazioni di amore.
A Radio Rock si sta facendo finta che nulla sia successo, che l’abbandono simultaneo di tre delle voci più storiche e caratterizzanti non cambi nulla. La proprietaria ha cercato di rimediare al danno di immagine e ai salassi di ascolto tappezzando Roma, in particolare le stazioni della metropolitana, con migliaia di manifesti che recitano: “Radio Rock c’è”. Nella stazione delle metro B di Marconi pochi giorni fa il messaggio era diventato, corretto con un pennarello nero da qualche ascoltatore deluso: “Radio Rock c’era”.
L’intervista al padre padrone di Casa Pound, Iannone, ha rappresentato la classica goccia che fa traboccare il vaso, dopo anni di gesti provocatori, di scivolamento della radio da posizioni blandamente qualunquiste-progressiste verso una più “normale” radio commerciale, politicamente “ecumenica”. Una torsione cui ha dato una robusta mano una subliminale propaganda destrorsa da parte di almeno uno tra i nuovi conduttori (l’autore dell’intervista-scandalo, Emilio Pappagallo), forse inserito ad hoc per creare disaffezione tra gli ascoltatori antifascisti e quindi rendere disponibile una frequenza per qualche progetto editoriale dei pescecani dell’emittenza radiofonica capitolina.
Il mantra recitato a giustificazione di quel gesto che ha provocato la rottura con l’anima storica della radio – “tutti hanno diritto a parlare e ad esprimere le proprie opinioni” – non è stato credibile fin dall’inizio. Casa Pound non è una fondazione culturale, e quello che è avvenuto a Firenze poche settimane fa ne è l’ennesima dimostrazione.
Lo spottone filo “fascisti del terzo millennio” è stato il segnale che la strategia soft adottata fino a quel momento era troppo lenta, e che serviva uno strappo che accelerasse il processo di riconversione. Una scelta chiara, pensata a tavolino da chi tira i fili di Radio Rock, e non un incidente di percorso come ipotizzato da alcuni ascoltatori nei concitati giorni che hanno seguito lo strappo di Prince Faster, Dj Armandino e Dj Oreste.
Alcuni gruppi musicali hanno da subito chiarito che non avrebbero voluto più avere niente a che fare con un’emittente così tollerante e ospitale con i fascisti, alcune band hanno annullato date già programmate oppure le hanno riconvertite ad una collaborazione con i dj riottosi e non con l’emittente, abbandonata nel frattempo da numerosi locali della Capitale. Un vero e proprio terremoto dunque.
Nelle ultime settimane alcuni podcast postati sui blog personali dei conduttori hanno parzialmente colmato il vuoto nell’etere. Un vuoto che però si concluderà definitivamente da lunedì, quando Prince Faster, Armandino e Oreste torneranno on air dalle frequenze di un’altra storica emittente che trasmette non solo su Roma ma anche su buona parte della regione. Le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi sono state confermate ufficialmente giovedì notte, durante una serata organizzata dai tre dj. Si ricomincia da Radio Città Aperta. Così scrive sul suo sito Prince Faster:
“Da lunedì 9 gennaio tornerò di nuovo dietro un microfono dopo circa due mesi di assenza forzata.
In questi due mesi abbiamo ricevuto diverse proposte e per questo ringraziamo tutti quelli che ci hanno e che abbiamo contattato. Per ora saremo ospiti di Radio Città Aperta 88.9 mhz, Dj Armandino e Dj Oreste saranno in diretta il lunedì, il martedì ed il giovedì dalle 14.00 alle 16.00, io sarò in diretta il martedì dalle 18.00 alle 21.00 ed il venerdì dalle 19.00 alle 21.00, eccezionalmente LUNEDI 9 sarò in diretta dalle 18.00 alle 20.00, ma da fine gennaio ci saranno altre sorprese e altre radio da dove suonerò musica. Nel mio spazio ci saranno gli amici di sempre (quelli veri), Gabriele Vasquez Niola per il cinema, il sig. Qualcuno per il sangue di bacco, Mauro Bazzucchi dal parlamento, Il Prof. Maurizio Donato per l’economia e tutti gli altri ospiti ed ospitesse che mi hanno accompagnato in questi anni di diretta, ma la cosa principale è e resta la musica, ne ho così tanta da poter fare radio per altri 100 anni, ascolterete tantissime novità di primissima qualità ed un mare di musica che ha fatto la storia del rock”.
Pare che per cercare di arrestare l’emorragia di ascolti Radio Rock abbia richiamato Jelena Milic, un’altra delle sue voci storiche. Basterà?
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Dj Oreste
Oggi in occasione del ritorno radiofonico sugli 88.9 di radio città aperta , in omaggio con la pagina facebook speciale inserto ” The Clash Megamix ” by Dj Oreste …mezz’ora dedicata al gruppo storico del punk rock britannico … condividete se volete…. e crepi il lupo !!!!
http://soundcloud.com/djrock69/megamix-the-clash