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Roma. Al Comune cordoglio ai latitanti, guerra alle trombe


Il rispetto dei morti è un atto dovuto, la morte come catarsi è un atto discutibile. Eppure ieri il Consiglio Comunale di Roma ha riservato un minuto di silenzio come tributo a Giorgio Chinaglia. Su questa decisione, pesa certamente il contributo decisivo dato da “Giorgione” allo scudetto della Lazio nel 1974. Di scudetti nella capitale ne sono sempre arrivati con il contagocce, ragione per cui non possono che entrare nella storia della città. Ma al di là dell’affetto della parte biancoazzurra dei cittadini della Capitale (in minoranza rispetto a quelli giallorossi, ma più numerosi nella provincia) per i meriti sportivi di Chinaglia (uno straordinario centravanti), occorre ammettere che il bomber della Lazio, una volta attaccati gli scarpini al chiodo, ha fatto di tutto per oscurare le cose migliori del suo passato. Tant’è che figurava come latitante per la giustizia italiana e si era rifugiato negli Stati Uniti. Possiamo anche ammettere che non sempre i tribunali italiani brillano per le loro decisioni, ma la legge è legge e lo è anche per Chinaglia. Tributare un omaggio pubblico in una sede istituzionale ad un personaggio con conti in sospeso con la giustizia, non è certo un atto che il Comune di Roma può accreditarsi senza conseguenze. Certo avrà pesato il fatto che Chinaglia oltre ad avere un cuore neroazzurro avesse anche il cuore nero, nel senso della vicinanza alla destra capitolina. Motivo in più per i fascisti all’amatriciana che governano Campidoglio e società municipalizzate per cercare empatia con i tifosi capitolini della Lazio. Forse una cerimonia più sobria, che avesse messo in evidenza i lati positivi e quelli negativi di Chinaglia sarebbe stata meno indecente. Nessun uomo infatti è perfetto e neanche la morte li rende tali, può farlosolo l’ipocrisia degli incensatori postmortem.

Ma il Consiglio Comunale di Roma- nell’epoca di Alemanno – non perde occasione per coprirsi di ridicolo. Ieri era in discussione una delibera sugli artisti di strada. Nella proposta della maggioranza c’è scritto che vanno evitati gli strumenti musicali molesti. In primo luogo le percussioni. In secondo luogo strumenti come il sax e la tromba. I fiati che diventano rumori molesti era proprio l’ultima cosa che ci si sarebbe immaginati. Ci auguriamo che i migliori musicisti diano fiato alle trombe nei prossimi giorni sotto il Campidoglio. Nella capitale è proprio ora di suonare la sveglia.

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