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Terrorismo di stato, nel cuore di Roma

Ieri, ricorreva il 30° anniversario dell’assassinio di Kamal Youssef, segretario di Al Fatah in Italia e Nazih Matar, medico chirurgo, assassinati dagli agenti del Mossad israeliano nel cuore di Roma, capitale della Repubblica Italiana. Uno al quartiere Trieste, l’altro al Tuscolano con due autobomba. L’anno prima era stato ucciso con una bomba all’Hotel Flora un altro dirigente palestinese, Majed Abu Sharar.

L’assassinio di Kamal e Nazih ha rappresentato la tappa italiana del terrorismo di stato di Israele contro il popolo palestinese, scatenato con l’invasione del Libano il 4 giugno 1982 e sfociato negli orrendi massacri dei campi profughi di Sabra e Shatila (15-17/6/1982), dove falangisti libanesi, assistiti dalle truppe del boia Sharon, assassinarono più di 3.000 rifugiati palestinesi inermi.

Il governo israeliano di estrema destra guidato da Benyamin Netanyaho, continua la sua politica criminale negando ai palestinesi quegli stessi dirittti riconosciuti dall’Onu e dalla legalità internazionale; continua a confiscare  terra e costruire insediamenti sui Territori palestinesi, scegliendo la via dello scontro e dell’intensificazione  dell’occupazione e della guerra contro ogni possibilità di pace con i palestinesi e il mondo arabo.

“Noi cittadini palestinesi in Italia, ricordando i nostri fratelli Kamal, Nazih e tutti i caduti per la libertà del nostro popolo, affermiamo il nostro diritto sacrosanto alla Resistenza pacifica e popolare e chiediamo che l’Italia, l’Europa e la Comunità Internazionale escano dal loro silenzio e dalla loro indifferenza per esigere dallo stato di Israele il rispetto delle Risoluzioni Onu e della legalità internazionale, riconoscendo i legittimi diritti del nostro popolo alla libertà, all’autodeterminazione e alla creazione del proprio Stato indipendente con Gerusalemme est sua capitale, condizioni senza le quali non ci sarà mai né pace, né stabilità né sicurezza” scrive in una nota Youssef Salman, rappresnetante di Al Fatah in italia ricordano i due omicidi.

Non esiste pace senza giustizia e non esiste giustizia per il popolo palestinese senza il riconoscimento dei suoi legittimi diritti.

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