A tutti coloro che parteciperanno a questa iniziativa (1) in buona fede ed animati da senso civico e da autentico spirito di condivisione politica e sociale, a quelli che siederanno dietro al tavolo degli invitati, lunga lista di personalità autorevoli, a testimonianza della lotta “globale” per i diritti umani, per la tutela delle minoranze, per il rispetto e l’integrazione culturale… Agli amici rom e sinti, ai quali viene concesso uno spazio per esprimersi anche folkloristicamente, nella giornata romana che ricorda la deportazione degli ebrei.
Ma la memoria del danno arrecato a questi popoli dove sta?
La memoria della guerra, guerra che anticipa sempre queste ipocrite fasi di “ricongiungimento e ricostruzione”, dove sta? Che “società civile” è mai questa che vive sempre della miseria umana indotta dalle strategie di imperialismo geopolitico?
Il riconoscimento delle corresponsabilità politiche ed etiche di personaggi come la presidente del Senato Emma Bonino, che interverrà e parlerà a favore dell’eliminazione dei “campi monoetnici”, dov’è?
Eliminazione dei “campi monoetnici”, quali? Quelli che in questi giorni Alemanno si pregia di aver CHIUSO con centinaia di cartelloni pubblicitari sparsi per la città? Oppure quelli delle riserve indiane del Kosovo dove si respira solo piombo? La Bonino ha avuto forse mai il fegato di leggere qualcuno degli scritti o di vedere i reportage sui rom kosovari realizzati da Paul Polansky? (2) O di leggere il libro di Adem Bejzak sulla condizione dei rom kosovari in Italia e sulle cause del loro esilio? (3)
Quel minimo di dignità e di coerenza, di ammissione onesta delle colpevolezze, prima della riparazione del danno, dov’è?
Abbiamo dimenticato il ruolo della Bonino guerrafondaia, favorevole ai bombardamenti NATO sulla Jugoslavia del ‘99? Aviano, base di lancio dei cacciabombardieri: 78 giorni di violenti e micidiali bombardamenti sulla popolazione civile, sulle infrastrutture pubbliche e sulle fabbriche. Un delitto consapevole commesso ai danni dell’umanità, con l’uso dei proiettili all’uranio impoverito. Dopodiché, sotto lo sguardo complice di quasi 50.000 militari NATO, l’UCK pan-albanese terrorizza, perseguita, sequestra, uccide, espianta organi, contro non albanesi, serbi e rom, saccheggia e distrugge abitazioni. 200.000 persone spinte a rifugiarsi in una Serbia demolita, inquinata dalle bombe e assediata dall’embargo. Quanti rom kosovari tra di loro? E quanti rom kosovari hanno proseguito la loro fuga fino ad approdare in Italia? (4)
Sulle almeno 10 tonnellate (fonte NATO…) di uranio impoverito sparse in Kosovo, Emma Bonino nel marzo del 2007 dichiara: << Ora che anche gli scienziati cui si è appellata l’ Unione europea sono giunti alla conclusione (…) che l’uranio impoverito “non ha effetti rilevabili sulla salute umana” a livelli limitati di esposizione (quali quelli registrati durante le operazioni della Nato in Kossovo) dove sono finiti tutti coloro – politici, giornalisti e presunti esperti di varia natura – che intorno alla questione uranio impoverito misero in scena una irresponsabile sceneggiata [sic] che confuse l’opinione pubblica e rischiò persino di inquinare i rapporti fra l’Italia e la Nato e quelli fra l’Unione europea e le nuove autorità di Belgrado? >> Alla Bonino non è mai capitato di attraversare i corridoi dell’ospedale di Kosovska Mitrovica pieni di leucemici e tiroidi impazzite, o di vedere sgretolarsi le ossa malate degli adolescenti cresciuti tra gli scheletri delle case del dopo bombe. D’altronde, Emma Bonino non disdegna nemmeno il fosforo bianco (5) nel perseguire i suoi obbiettivi geopolitici.
Abbiamo dimenticato la conferenza di Rambouillet? Tra gli accompagnatori dei membri dell’UCK, come “consiglieri” della delegazione kosovaro-albanese, c’era anche Filippo di Robilant ex portavoce di Emma Bonino…
Abbiamo dimenticato le attuali drammatiche condizioni di apartheid dei rom in Kosovo, e dei serbi rimasti, causate dalla secessione su base “etnica” a seguito della proclamazione unilaterale di indipendenza nel 2008? “Indipendenza” (ri-colonizzazione) fortemente voluta da Emma Bonino. Ecco cosa scrisse sul Corriere della Sera (6): “In Commissione Crisi Internazionali [International Crisis Group] siamo convinti che un possibile scenario futuro debba includere una serie di iniziative politiche da parte di tutti i soggetti coinvolti”. Eh già, abbiamo dimenticato anche l’International Crisis Group, centro di potere, emanazione dei maggiori governi imperialisti o loro vassalli… Emma Bonino ne è membro accanto a un finanziatore del calibro di George Soros e a personaggi come Zbigniew Brzezinski, Morton Abramowitz, Wesley Clark, comandante in capo delle forze NATO nell’aggressione alla Repubblica Federale Jugoslava.
La Bonino ha detto anche: “Entro la metà del 2005, l’ Onu dovrà valutare l’impegno del governo del Kosovo rispetto alla democrazia e alla garanzia dei diritti umani”. Democrazia e garanzia dei diritti umani?? Quali?? Di chi?? Per quale parte di mondo??
A proposito di Soros. Nel 2004 la parlamentare europea Emma Bonino riceve l’ Open Society Prize dalla Central European University (CEU) di Budapest, con il riconoscimento solenne di Mark Malloch Brown, amministratore dello United Nations Development Programme (UNDP), che dice di lei: “Per il suo contributo sostanziale agli ideali di una “società aperta” di cui ha dato prova nel corso di una prestigiosa carriera di militante ed attivista politica svolta all’insegna della nonviolenza attiva… Il suo impegno contro ogni discriminazione…” L’insigne parlamentare, non violenta, non arrampicatrice, simbolo di tolleranza, di indiscriminato rispetto delle libertà altrui… risponde, chiosando su mezzo mondo: “Ringrazio di cuore la Central European University e l’ Open Society Institute per avermi onorato di questo premio che mi viene conferito, paradossalmente, con le stesse motivazioni con le quali alcuni paesi di stampo autoritario – Cina, Costa d’Avorio, Cuba, Federazione russa, Iran, Pakistan, Sudan, Vietnam, Zimbabwe – hanno chiesto l’espulsione del Partito Radicale Transnazionale dal Comitato Economico e Sociale dell’Onu”.
E non è l’unico premio ricevuto da Emma Bonino: la leader radicale era stata insignita persino dell’Ordine del Principe Branimiro dallo Stato croato nel 2002 per il suo sostegno a un’altra secessione su base “etnica”, quella della Croazia.
Ringraziando per l’attenzione, torniamo a chiedere: ma la memoria di tutto questo dove sta?
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia – onlus
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