Viviamo in un mondo caratterizzato dalla diffusione di modelli culturali che, incoraggiando atteggiamenti e prototipi quali l’individualismo, la produttività, il razzismo, la sopraffazione, il sessismo, legittimano forme di dominio politico ed economico.
Tale processo è evidente in Italia dove 20 anni di berlusconismo, diffuso attraverso i media nazionali, hanno profondamente modificato i valori e i desideri di una società.
L’intreccio tra cultura dominante mediatica e debolezza del sistema scolastico pubblico che ha subito forti tagli sia dai governi di centro-destra che di centro-sinistra, ha provocato un’esplosione di modello unico di pensiero, poco libero e sempre meno critico.
Non diversa era la situazione in Venezuela prima della Rivoluzione Bolivariana, con i media nazionali che imponevano l’egemonia culturale del mercato, del profitto e della competitività, e che agivano su una realtà sociale caratterizzata da un alto tasso di analfabetismo tra la popolazione.
Il Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela, con a capo il Presidente Hugo Chávez Frías, ha posto le basi del Socialismo del XXI secolo abbracciando l’umanesimo per far propria una filosofia che si fa causa dei popoli e che al fine di garantire il pieno soddisfacimento dei propri diritti essenziali e il pieno sviluppo delle proprie potenzialità creative, è obbligato a riflettere sulle varie forme di dominio, esigendo da parte del Governo un’articolazione organica con quei settori sociali che promuovono lo sviluppo di un pensiero libero e critico attraverso l’educazione e la cultura.
Il VI capitolo della Costituzione Bolivariana del Venezuela e la Ley Orgánica de Educación (LOE) stabiliscono che l’educazione è un diritto umano fondamentale e per tale motivo deve essere pubblica, obbligatoria e gratuita. Tali quadri programmatici contengono anche elementi che esaltano i valori democratici, d’inclusione e uguaglianza nel sistema educativo venezuelano.
Attraverso le Misión Robinson I e II è stato possibile elevare il livello culturale e di istruzione della popolazione venezuelana tanto che, nel 2004, grazie all’alfabetizzazione di più di 1,6 milioni di persone, il Venezuela è stato dichiarato dall’UNESCO “Paese libero dall’analfabetismo”.
Con la Misión Sucre si sono finalmente aperte le porte della formazione universitaria a quelle fasce povere della popolazione che non potevano accedervi, grazie alla creazione dell’Università Bolivariana del Venezuela che garantisce una formazione pubblica e integrale attraverso la municipalizzazione dell’insegnamento, raggiungendo in tal mondo non solo i centri cittadini del Paese. In Venezuela il numero dei laureati è aumentato di oltre il 142% nel corso dei soli primi 9 anni di Rivoluzione Bolivariana.
Il sistema educativo mira anche a permettere agli studenti di accedere al mondo della tecnologia e prepararsi adeguatamente al suo utilizzo, conservando un’attenzione educativa al fine di utilizzare gli strumenti in piena consapevolezza per non subirne gli effetti. Il Progetto Canaima, messo in atto con l’inizio dell’anno scolastico 2009/2010, fornisce a tutte le scuole pubbliche del Paese l’accesso a computer collegati attraverso una rete interna per garantire un rapporto costante e dinamico tra alunni e insegnanti. Il Ministero della Scienza e della Tecnologia in collaborazione con l’Ufficio Istruzione, ha progettato più di 700 contenuti educativi che permetteranno agli alunni di apprendere in modo dinamico ed interattivo sotto la guida dell’insegnante.
La Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela (art.103) adotta il Principio di educazione dalla nascita e per tutta la vita. Grazie ad esso si sono moltiplicati gli asili pubblici nel Paese fondati sull’attenzione al ruolo dell’affetto, della comunicazione e del contatto fisico di grande rilevanza nello sviluppo del bambino. Il Venezuela ha così raggiunto l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio relativo all’universalizzazione dell’istruzione di base proposto dall’ONU.
Oltre l’aspetto educativo, grande impulso è stato dato dal Governo Bolivariano del Presidente Hugo Chávez alle forme di cultura nazionali tradizionali e dei popoli indigeni.
La Misión Cultura lanciata nel 2008 è volta proprio al recupero e alla difesa dei valori del popolo. Con tale progetto il Governo Venezuelano garantisce la libertà di creazione culturale, oltre a fornire i mezzi per difendere e valorizzare il patrimonio artistico e la memoria storica del Paese, promuovendo vari generi tra cui le arti visive, la musica, il teatro e la danza. La cultura si fa, in tale contesto, anche strumento sia per l’integrazione sociale, scoprendo giovani talenti e valorizzando la sensibilità artistica nei settori più poveri della popolazione, sia per rafforzare l’identità culturale schiacciata da 500 anni di colonialismo, incoraggiando e perfezionando le tradizioni artistiche, artigianali, musicali nate nei villaggi.
Non è un caso che pieno appoggio al Governo Bolivariano del Presidente Chávez sia arrivato da La rete degli intellettuali, artisti e attivisti sociali in difesa dell’umanità e da I poeti del mondo che riconoscono il processo di democratizzazione e di emancipazione in atto nel continente Latinoamericano.
Dalle ultime elezioni del 7 ottobre 2012 vinte dal Presidente Chávez la popolazione è stata chiamata dal Governo, attraverso varie modalità, a contribuire a migliorare e integrare con proprie proposte il Secondo Piano Socialista che sarà presentato dal Presidente il 10 gennaio 2013. Molte proposte stanno arrivando anche e soprattutto dal mondo culturale e intellettuale venezuelano grazie ai vari Forum di Educazione, Cultura e Comunicazione e al Forum di Filosofia che il Governo Bolivariano, attraverso il Ministero del potere popolare per la cultura, ha creato in tutto il Paese, dalle comunità alle piazze, dalle Università ai quartieri.
Degno di nota è infine il progetto dell’ Universidad Nacional Experimental de la Seguridad (UNES) promosso dal Governo Bolivariano che si occupa della formazione integrale dei funzionari della sicurezza pubblica nel Paese. L’UNES si pone l’obiettivo di consolidare il rapporto tra sicurezza pubblica e cittadini al fine di renderlo trasparente, etico, efficace, aperto alla partecipazione popolare e orientato al rispetto dei diritti e delle libertà dei cittadini.
“L’onestà e l’impegno per il proprio popolo sono i requisiti fondamentali per far parte della Polizia Nazionale Bolivariana, poiché l’agente di polizia è un dipendente pubblico al servizio della popolazione” ha detto qualche giorno fa il vice presidente dell’Unes, Antonio González.
Al centro della formazione della polizia nazionale e municipale, delle guardie carcerarie, della protezione civile c’è la cultura dei diritti umani, la storia, l’arte e la letteratura, una cultura insomma che promuove i valori di solidarietà e cooperazione, uguaglianza e giustizia al fine di eliminare ogni forma di oppressione, sfruttamento ed esclusione. Incontri con filosofi, psicologi e intellettuali mirano ad un cambiamento culturale della funzione degli organi della sicurezza pubblica che devono ritrovare una dimensione diversa in un nuovo contesto che non è più quello illegittimo della violenza di Stato.
Tra le varie offerte dell’UNES è presente anche un’interessante esperienza educativa per i familiari delle vittime di abusi da parte della polizia. Attraverso la scrittura e il racconto i partecipanti provano a decodificare il mondo e la condizione di vittima, le logiche di oppressione e i codici culturali che premono per la rassegnazione che spesso porta le vittime di violenze a non agire. Tale percorso nasce sugli studi di Paulo Freire, pedagogista brasiliano e teorico dell’educazione, autore di libri quali “La pedagogia degli oppressi” e “L’educazione come pratica di libertà”.
Il Governo Bolivariano del Venezuela e gli altri Paesi dell’Alba assegnano quindi un ruolo centrale alla cultura che rende i cittadini liberi di scegliere e partecipare, in contrapposizione al modello capitalista e imperialista che promuove un’egemonia culturale volta all’azzeramento della libertà di pensiero incoraggiando l’adesione a modelli stereotipati e funzionali al sistema.
Fanno sorridere, alla luce di tali dati, le accuse di dittatura rivolte dall’Europa della cultura imperiale ai processi rivoluzionari in atto nei paesi dell’Alba: l’unica arma usata dai Governi e Presidenti Socialisti è la cultura, ed è in mano al popolo!
Sabato 8 dicembre a Roma, alla Casa della Pace, alle 15.30, ci sarà un incontro-dibattito con l’ex Vice Ministro della Cultura venezuelano, Carmen Bohòrquez
* Commissione internazionale Rete dei Comunisti
FONTI:
· http://www.unes.edu.ve/index.php?option=com_content&view=article&id=134&Itemid=164
· http://www.avn.info.ve/node/144420
· http://www.telesurtv.net/articulos/2012/09/26/red-de-intelectuales-artistas-y-luchadores-sociales-apoyan-reeleccion-de-chavez-5858.html
· http://www.cubarte.cult.cu/periodico/letra-con-filo/carta-abierta-de-los-poetas-del-mundo-en-apoyo-a-la-reeleccion-del-presidente-hugo-chavez-frias/23061.html
· http://www.psuv.org.ve/constitucion
http://www.misionsucre.gob.ve/websitems/web/frontend.php/noticia/1579/detallenoticia
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa