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Siria. I nuovi umanitari, vecchi colonialisti

Sarò molto sintetico e lascerò il ragionamento ai lettori. Nel titolo ho fornito un suggerimento. Non sono onnisciente, ma l’ultimo lancio della Reuters sulla Siria mi ha immediatamente rimandato alla memoria un fatto passato. Anzi, diciamo “antico”, perché non è passato per nulla a quanto pare. Iniziamo da quest’ultimo.

 
Come sa chiunque abbia visto il bel kolossal “Lawrence d’Arabia” – diretto nel 1962 da David Lean,  interpretato da Peter O’Toole e vincitore di ben sette Oscar – durante la Prima Guerra Mondiale, Thomas Edward Lawrence, ufficiale dei servizi segreti di Sua Maestà britannica, ebbe l’incarico di suscitare, sostenere e coordinare la rivolta araba contro l’Impero Ottomano. A tal fine ebbe il consenso di promettere allo Sceriffo della Mecca, l’ashemita al-Husayn ibn ‘Alī, avo dell’attuale re di Giordania, un regno arabo che si estendesse dai monti Tauri (Toros Dağları) in Anatolia, fino all’Hedjaz nell’attuale Arabia Saudita. Una zona chiamata “Grande Siria”.
Lawrence bene o male credeva in quel che aveva promesso e ci credettero anche i dignitari ashemiti che nel giugno del 1916 conclusero un’alleanza con la Francia e il Regno Unito. Iniziò così l’epopea di Lawrence d’Arabia.
Solo che i bloscevichi, una volta preso il potere, sbugiardarono gli ex alleati dello Zar, Francia e Gran Bretagna, rivelando che già il 16 maggio del 1916 avevano stabilito un accordo segreto per spartirsi il Medio Oriente, detto Accordo Sykes-Picot dal nome dei due plenipotenziari che lo siglarono. Insomma, dei bugiardi che parlavano agli Arabi sapendo di mentire.
Chi ha letto il libro di Lawrence “I sette pilastri della saggezza” si rende perfettamente conto, anche attraverso il cambiamento di stile, della delusione di cui lo stesso agente segreto britannico soffrì. Anzi, una vera sensazione di essere stato tradito dai propri comandanti. Da quel momento la sua insofferenza verso l’imperialismo francese e britannico crebbe costantemente fino ad accettare di mettersi alla testa del movimento fascista britannico. Ma il 13 maggio del 1935 venne travolto in motocicletta da un camion “misteriosamente” sbucato da una base della Royal Air Force, e morì sei giorni dopo.
Ricevette gli onori dei funerali di stato, ma tutto fa supporre a un attentato di stato: Lawrence era alla vigilia di un incontro con Hitler in Germania.
 
Ed ora la notizia Reuters: «BRUXELLES –  Francia e Gran Bretagna potranno fornire armi, a partire da agosto, ai ribelli siriani che combattono contro il presidente Bashar al-Assad, dopo che in nottata è fallito il tentativo dell’Unione europea di rinnovare l’embargo sugli armamenti verso il paese mediorientale.
Dopo una maratona negoziale a Bruxelles, i governi della Ue non sono riusciti ad accorciare le distanze e dunque il divieto scadrà, come del resto volevano Gran Bretagna e Francia.».
 
Facciamo solo notare poche cose: non Italia, non Germania, non Spagna né Portogallo oppure Olanda e Belgio: ancora una volta Gran Bretagna e Francia, Sykes e Picot, 97 anni dopo.
D’altra parte, noi Italiani non siamo andati a bombardare la Libia esattamente 100 anni dopo la nostra aggressione coloniale?
Si parla tanto del pressapochismo italiano, ma bisogna dire che in questo caso siamo stati ben più precisi dei nostri colleghi premi Nobel per la Pace europei. Agli anniversari noi ci teniamo!

* Megachip

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